Il decreto Cutura nasce per l’emergenza Pompei e delle fondazioni lirico sinfoniche, ma poi diventa un veicolo , una calamita per marchette e poltrone.
Cosa si contesta alla sopraintendenza speciale di Pompei non è ancora chiaro ed invece di risolvere in modo puntuale eventuali problemi dell’attuale organizzazione si mette in piedi una nuova struttura con direttore generale che nominerà Letta su suggerimento di Bray e con vicedirettore che probabilmente soddisfarà gli appetiti del PDL . Una struttura che sarà una nuova stazione appaltante per 105 milioni euro dopo che la sopraintendenza ha già fatto un lungo lavoro di raccordo con la prefettura e con adeguati protocolli contro l’infiltrazione camorristica. Forse erano necessarie elevate professionalità da inserire nell’organico, magari risorse aggiuntive, razionalizzazione? Non lo sapremo perchè si procede complicando la struttura e si metteranno poteri e decisioni in conflitto.
Intanto senza risolvere la gestione ambigua delle fondazioni lirico-sinfoniche che restano un ibrido pubblico-privato, il governo stanzia 75 milioni quando il debito delle fondazioni è più di 300 milioni. Quali sono quelle che resteranno in vita?
Intanto mentre gli altri partiti hanno riempito il decreto di marchette, il MoVimento 5 Stelle può rivendicare 4 principali interventi:
– l’aumento di 45 milioni del tax credit per il cinema
– credito d’imposta per la produzione musicale che investe su artisti emergenti
– un canone mensile simbolico non superiore ad euro 150 con oneri di manutenzione ordinaria a carico
di cooperative di artisti ed associazioni di artisti
– possibilità di adoperare le caserme dismesse e scuole militari inutilizzate per studi di giovani artisti
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