Il M5s ha dato un grosso contributo alla proposta di legge che opera per il riconoscimento di professionisti dei beniculturali da mesi in commissione ed oggi in aula, riuscendo a sventare la creazione di ulteriori albi professionali, ma anche inserendo controlli delle commissioni parlamentari sul decreto attuativo ministeriale che dovrà definire i criteri per l’inserimento in un elenco ufficiale del ministero dei beni culturali.
Ora cercheremo di ridurre il peso delle associazioni professionali a vantaggio maggiormente dei diretti professionisti che sono i veri destinatari di questa legge. Siamo contenti di avere iniziata una battaglia che continueremo al senato sul riconoscimento di figure professionali come i manager culturali.
E’ stato infatti approvato nel codice dei beni culturali e del paesaggio un emendamento a mia prima firma col quale l’M5S sventa la possibilità che l’elenco nazionale previsto possa diventare un futuro albo professionale e quindi precludere la possibilità a soggetti che operano nel settore di svolgere comunque la loro professione.
La volontà, in quell’emendamento, è quella di riconoscere anche altre figure professionali che agiscono oggi nei beni culturali, che sono i manager culturali, cioè i soggetti che dovrebbero occuparsi di gestire, dal punto di vista della fruibilità del bene amministrativo e della gestione, la possibilità di promuovere un bene culturale. Questa figura è oggi solitamente coperta da persone che non hanno i titoli o le competenze adeguate, anche all’interno delle varie figure di sovrintendenti oppure altri soggetti che vanno a gestire un bene culturale. Siccome da diversi anni esistono dei corsi di laurea che formano queste figure, come MoVimento 5 Stelle chiediamo che vada valorizzato il merito e la formazione anche in questo ambito, per rendere moderna anche la fruizione dei beni culturali del nostro Paese.
Il PDexmenoelle si è opposto a valorizzare il merito in ambiti manageriali, mentre sempre più spesso il ministero dei beni culturali e del turismo adopera commissari, dirigenti e sopraintendenti che non hanno adeguata formazione e la capacità di rendere moderna la valorizzazione, la protezione e la fruizione dei beni culturali. Troppo spesso le figure dirigenziali non rispondono a logiche di merito, ma sono l’anello di congiunzione tra politica e affari di pochi. #M5S si batterà per convincere il PDexmenoelle a cambiare opinione al Senato.