Il Paese ha ormai dimenticato da più di un decennio un suo asset importante, quale quello del trasporto marittimo, ma ancor di più ha distrutto un settore lavorativo. Oggi a causa di una legge del 98 si è istituito il registro internazionale meglio conosciuto come “doppio registro” sulle navi battente bandiera italiana e si è visto un lenta e inesorabile moria delle assunzioni di personale italiano a causa della cospicua differenza del costo della manodopera tra i lavoratori comunitari e i lavoratori stranieri.
Per questo il M5S con una mozione che speriamo possa presto essere discussa in aula vogliamo riportare alla ribalta un settore troppo trascurato da tutti i governi dove i partiti e alcuni sindacati si sono interessati solo a metterci le mani sopra per fare profitti.
Innanzitutto chiediamo che parti l’osservatorio del mercato del lavoro marittimo previsto dalla stessa legge del ’98 che sostanzialmente non è mai stato avviato e che ritorni un principio di equità di impiego e la cancellazione di discriminazioni.
Gli strumenti previsti dalla mozione sono 2. L’introduzione per i marittimi di un salario minimo obbligatorio, non inferiore al costo medio della manodopera dei marittimi comunitari, controbilanciando l’aggravio sulle compagnie con un aumento dei benefici fiscali di cui già godono senza alcuna contropartita e l’individuazione di un sistema di calcolo degli oneri dovuti ai raccomandatari per gli ingaggi dei marittimi, che sia proporzionale all’importo mensile che la compagnia di navigazione eroga al marittimo come salario lavorativo.
Questo dovrebbe evitare che i raccomandatari spesso in combutta con i sindacati diventino i Caporali del Mare preferendo una promozione di lavoratori di bassa qualità cosa che incide negativamente sulla sicurezza del nostro mare.