CON I TAGLI ALL’EDITORIA RISPARMIO DI 75 MILONI. LA MIA PROPOSTA DI LEGGE

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C’è un GOVERNO per i MEDIA e uno reale. Sono 2 governi contrapposti. Il primo piace ai cittadini che lo premia con un 40% e il secondo procura disastri per i cittadini che però in parte sono convinti che sia colpa del fato o del #M5S

I 120 milioni che Renzi aveva sfilato dalle tasche degli editori prima delle elezioni, il 3 giugno al Senato, sono ritornati alla STAMPA almeno fino al 2016 con un emendamento del PD fatto proprio dal governo e il solo voto contrario del M5S sul Decreto Irpef/80 euro ora alla Camera. La norma abrogava l’obbligo per enti pubblici di pubblicare i bandi della pubblica amministrazione sui giornali. La stima dei 120 milioni è attribuita alla FIEG, la Federazione Italiana degli stessi Editori che a sua volta dice di averli appresi dalle concessionarie di pubblicità che però negano.

Se la legge fosse rispettata alla lettera, moltiplicando il numero dei bandi della pubblica amministrazione con i costi per una pubblicità sui giornali, secondo il nostro legislativo la stima è di circa 2,5 miliardi. E’ quanto scriviamo nelle nostre proposte di legge che contenevano la stessa norma e depositate a Gennaio (1990 – Brescia) e Febbraio (2061- Gallo) del 2014 (http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0018750.pdf) prima del decreto di aprile. Non solo soldi dello Stato, ma anche una sorta di tassa sui privati che vincono gli appalti pubblici. E’ il vero finanziamento pubblico, al confronto i contributi diretti sono spiccioli. Una tassa occulta per quelle imprese che il governo di ce di voler aiutare. Con lo stesso principio anche i tribunali sono finanziatori dell’editoria

Esiste un OPPOSIZIONE dei MEDIA e una reale. Sono 2 rappresentazioni contrapposte. La prima viene derisa, condannata dai cittadini che sono sotto l’influenza dei media e la seconda è concreta, propositiva dalla parte dei cittadini e procurerebbe disastri per gli apparati dei partiti che sanno bene di avere un unico nemico: il M5S

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