Anche io ho lavorato in una scuola con l’amianto. L’ho scoperto in una assemblea di lavoratori con miei ex-colleghi. Il pavimento di un laboratorio di informatica dell’ITIS Volta di Napoli in cui più volte ho svolto lezioni era di amianto e poi coperto da un rivestimento in gomma.
Il sindacalista Specchio dell’USB afferma: “il tappetino di gomma è stato installato solo nell’autunno del 2011, e quindi le centinaia di lavoratori e le migliaia di studenti (compreso me ndr), sono stati esposti ad MCA (materiale contenente amianto) in disfacimento per anni, se non per decenni… per altro la copertura è stata realizzata in modo clandestino (senza segnalazione all’ASL, all’ARPAC e agli altri Enti interessati, e quindi senza le dovute prescrizioni di legge… infatti nessuno (Preside e Provincia) vuole ammettere di aver realizzato la pretesa “messa in sicurezza”… peccato che ci sono testimoni che affermano che il lavoro è stato svolto dalla stessa ditta che ha eseguito, sempre nel 2011, contemporaneamente i lavori di allestimento del Laboratorio INF 1 (diversi decine di migliaia di euro: fondi FESR)….ed ora la magistratura indaga”
Continua il sindacalista USB “Resta però sconcertante il silenzio. Chi ha svolto ed autorizzato l’operazione di messa in sicurezza con la copertura in gomma sapeva. E i lavoratori? Gli studenti? Perchè lasciare tutti all’oscuro?”
Su temi che riguardano la salute dei luoghi di lavoro, ma soprattutto di luoghi frequentati dai nostri figli non può esserci questa mancanza di trasparenza. Se nessuno correva dei rischi quale altro luogo se non la scuola doveva essere deputato a divulgare conoscenza, ad informare a rendere gli studenti cittadini attivi. E se nessuno rischiava perchè ad ottobre si è deciso di bonificare la scuola rimuovendo i pavimenti.
Queste sono triste storie nelle nostre scuole in una Regione Campania che non ha mai realizzato una anagrafe dell’edilizia scolastica e ha speso i suoi soldi senza programmazione. Dei soldi annunciati da Renzi (3 miliardi e mezzo) per la sicurezza nelle scuole ad oggi non c’è un euro. Sarà quindi anche compito nostro da genitori, studenti, lavoratori e cittadini diventare le sentinelle della sicurezza nelle scuole scrivendo agli enti locali che nei prossimi sei mesi dovranno fornire alla Regione i dati delle scuole del proprio territorio. Siamo sempre gli stessi. Cittadini con l’elmetto.