Nella risoluzione sulla resistenza e la memoria, il PD non vuole parlare della mancata epurazione fascista, che fa dell’Italia, come ancora molti non sanno, l’eccezione fra i paesi occupati e non dall’alleanza nazifascista. Nessun accenno sull’amnistia Togliatti. La proposta del M5S è, per ora, stata rigettata.
Ecco l’intervento integrale del M5S in commissione cultura e ringrazio per l’importante contributo il Prof. Antonio Madaffari.
“Non c’è stato solo Mattarella ad intervenire sul tema della resistenza, ma voglio ricordare le parole di Sandro Pertini:
“Pensiamo che verrà un giorno in cui dovremo vergognarci di aver combattuto contro il fascismo e costituirà colpa essere stati in carcere e al confino per questo”.
Facili revisionismi oggi occupano storia e memoria.
Compito del settantesimo anniversario della Resistenza deve essere quindi rinnovare storia e memoria affinché non sia né ora né mai una colpa aver combattuto e combattere il fascismo. Vogliamo che l’occasione serva a superare gli steccati ideologici di parte al fine di trovare una storia e una memoria condivisa da tutto il popolo italiano.
Al fine di costruire vera storia e memoria evitando vuota retorica e stanche celebrazioni è secondo noi indispensabile ricostruire nella sua complessità la storia della Resistenza.
Se fu come ormai tutti convengono una guerra civile essa non termina il 25 aprile 1945 ma quando con l’amnistia la nuova repubblica liberando migliaia di fascisti rende possibile il processo di pacificazione del paese ponendo fine con un atto di clemenza alla guerra fra italiani.
Ben vengano le attività di recupero e riordino proposte dall’onorevole Ghizzoni in merito al tema delle stragi nazifasciste e anche al cosiddetto “popolo di Salò” nella sua dimensione storiografica, politica e umana, finalmente sottratta da ogni pregiudizio e dalle dispute dell’attuale e del passato dibattito politico.
Ma è altrettanto importante, degno e atteso da molti recuperare, raccogliere la storia e le storie della Resistenza e delle resistenze anche successive al 25 aprile ’45 fino all’Amnistia Togliatti del maggio 1946, quando logicamente si chiude l’età della resistenza e si apre quella della nuova Repubblica.
Manca infatti una raccolta e un riordino delle fonti dirette e indirette riguardanti l’amnistia, sarebbe molto utile ricostruire condividendola la storia di questo nesso cruciale per la storia d’Italia repubblicana, catalogare, inventariare, anche solo coordinare il lavoro e le memorie che volontariato, associazioni e università già mettono a disposizione. Sarebbe altrettanto utile che sia studiata e messa nella giusta luce la mancata epurazione, che fa dell’Italia, come ancora molti non sanno, l’eccezione fra i paesi occupati e non dall’alleanza nazifascista.
La generalizzata e ampia amnistia e la mancata epurazione sono due elementi che se da una parte segnano l’inizio della riconciliazione del Paese, dall’altra fanno paradossalmente della Resistenza un episodio, un evento di continuità fra lo stato monarchico/fascista e democratico repubblicano, non come erroneamente si crede di frattura, di cesura, il che rende il dopoguerra italiano così diverso rispetto a molti altri paesi europei.
Una storia aperta a ogni contributo, completa e condivisa della Resistenza deve prevedere inoltre, al fine di costituire memoria, una indagine quantitativa e qualitativa, luoghi e uomini dell’azione repressiva svolta dal neocostituito stato repubblicano nei confronti dei settori più intransigenti e che si erano più esposti dei partigiani italiani. Vendette, intimidazioni che fanno parte della storia del nostro Paese e che hanno pregiudicato fino a oggi un sereno dibattito storiografico e il costituirsi della Memoria.
Rinchiudere la storia e la memoria della Resistenza al solo biennio 43/45, non cogliendo i nessi di continuità, di sintesi fra stato monarchico/fascista e Repubblica, significa non cogliere nel suo intero sviluppo il fenomeno resistenziale, non significa solo fare cattiva storiografia, ma fare soprattutto pessima memoria.
Riteniamo utile che il governo si impegni anche
a promuovere studi e ricerche sul processo di epurazione italiano dal governo Badoglio 1943 fino alla sua conclusione; sull’amnistia Togliatti.”