DDL SCUOLA, le bugie del Governo e le proposte M5S

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IL PIANO ASSUNZIONI
Il governo aveva promesso all’inizio 148 mila assunzioni, che sarebbero servite a Renzi per eliminare la “supplentite”. Adesso sono 100 mila, secondo le intenzioni del governo metà per coprire le cattedre vacanti e metà per fornire alle scuole docenti per corsi aggiuntivi, aperture pomeridiane ecc… Nessuno dei due obiettivi verrà raggiunto, perché l’anno prossimo ci saranno ancora almeno 50/70 mila supplenze annuali e almeno 40 mila docenti assunti non sapranno cosa fare a scuola. Infatti in realtà le cattedre vacanti sono circa 120 mila e nelle Graduatorie ad esaurimento non ci sono almeno 40 mila docenti con l’abilitazione necessaria per insegnare alcune materie (ad esempio matematica o sostegno).

LE PROPOSTE M5S: aumentare il piano di assunzioni (300mila in 5 anni); coprire innanzitutto il fabbisogno delle cattedre vacanti assumendo anche gli idonei del concorso e gli abilitati della GI di II fascia; ampliare il bacino da cui assumere i docenti per rispondere alle necessità delle scuole; eliminare il vergognoso limite di 36 mesi per le supplenze; eliminare gli albi territoriali, inutili ai fini assunzionali, ripristinare le materie, le compresenza e il tempo pieno tagliato dalla Gelmini

IL ‘PRESIDE-SINDACO’
In questo ddl il governo ha voluto assegnare ulteriori poteri ai dirigenti scolastici, che già oggi hanno grandi responsabilità nella gestione delle scuole. Chiamata diretta dei docenti assunti, valutazione dei docenti con assegnazione quota premiale dello stipendio, definizione del piano triennale: questi nuovi compiti mortificano gli organi collegiali, minano la libertà d’insegnamento e favoriscono dinamiche clientelari. I dirigenti non sono stati formati per svolgere queste nuove funzioni.

LE PROPOSTE M5S: eliminare la chiamata diretta che non è assolutamente necessaria per la realizzazione dell’autonomia scolastica; affidare la valutazione dei docenti a commissioni competenti su reti di scuole; lasciare agli organi collegiali la definizione del piano dell’offerta formativa con il contributo di famiglie e studenti.

AUTONOMIA SCOLASTICA
I provvedimenti previsti dal Governo non incentivano l’autonomia, già possibile per legge, perché non si stanziano nuove risorse, ma creano strutture fortemente verticistiche tra ministero, uffici regionali e singole scuole.

LE PROPOSTE M5S: garantire un organico realmente aggiuntivo e corrispondente alle esigenze della scuole; incentivare le figure già previste per l’autonomia scolastica come i collaboratori del dirigente e le funzioni strumentali; garantire risorse pubbliche certe alle scuole, creazione di una task-force nazionale di esperti che sostengono autonomia e innovazione didattica e pedagogica

FINANZIAMENTI ALLE SCUOLE
Nessuna inversione di tendenza rispetto ai governi precedenti, poiché si registra un arretramento dello stato in favore dell’ingresso dei privati. Il ddl del governo è finanziato con tagli all’istruzione (1,4 miliardi in Legge di Stabilità), quindi non ci sono risorse aggiuntive da parte del governo. L’Italia continua a destinare per l’istruzione una quota in rapporto al PIL al di sotto della media UE (3,7% contro la media del 5,4%). Per compensare questa carenza di risorse pubbliche il governo conta sul finanziamento di famiglie e privati. In realtà già è così perché a causa dei tagli degli ultimi anni i contributi delle famiglie ormai ammontano a 400 milioni circa e sono diventati essenziali per il funzionamento delle scuole. Oltretutto questo modello di finanziamento con risorse private, previsto dal DDL, porta alla creazione di scuole di serie A e di serie B: saranno avvantaggiate le scuole che potranno contare su finanziamenti di famiglie facoltose e delle aziende presenti sul territorio. Il M5S contrasta questa deriva che vede i dirigenti scolastici costretti a trasformarsi in procacciatori di fondi e i privati entrare nelle classi con pubblicità o altri interessi economici.

LE PROPOSTE M5S: 5×1000 e School Bonus non alle singole istituzioni scolastiche ma ripartito secondo criteri perequativi; aumento dei fondi erogati dallo Stato e programmazione pluriennale; blocco sponsorizzazioni; eliminazione dei contributi volontari generalizzati.

AGGIORNAMENTO
La card ai docenti è solo uno spot elettorale come gli 80 euro, considerato che il governo Renzi continua a bloccare stipendi e scatti di anzianità per il personale della scuola. Se da una parte il governo prevede di dare 500 euro ai docenti per andare al cinema, spacciandola per autoformazione, dall’altra assegna 50 euro a docente per 50 ore di formazione obbligatoria (senza retribuzione).

LE PROPOSTE M5S: Destinare le risorse della card per retribuire i docenti per le ore obbligatorie di formazione; investimenti sulla formazione dei docenti per i bisogni educativi speciali e le disabilità

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
Il governo prevede di aumentare le ore di scuola-lavoro fino a 400 e ne introduce 200 anche nei licei. Il problema non è nel numero di ore, ma nella qualità dei percorsi formativi offerti e nella capacità delle aziende di fornire un’adeguata formazione. È inefficace aumentare le ore lasciando proporzionalmente le stesse risorse e senza intervenire sull’offerta formativa svolta in azienda. La previsione dell’apprendistato a 15 anni è incettabile cosi come la previsione dell’alternanza scuola-lavoro durante le ferie!

LE PROPOSTE M5S: lasciare invariato l’attuale monte ore, aumentando però le risorse; emanare la carta dei diritti degli studenti in tempi brevi; far sottoscrivere alle aziende un codice etico; creare un albo, facilmente consultabile dalle scuole, presso la Camera di Commercio per le imprese che hanno i requisiti per offrire la formazione agli studenti garantendo ad esse sgravi fiscali; eliminazione dell’alternanza scuola-lavoro anche durante le ferie.

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EDILIZIA SCOLASTICA
Renzi, intervistato da Fazio, aveva promesso 10 miliardi e 10mila interventi di cui svolti poco più di 2000 con risorse stanziate dai governi precedenti. La realtà è dunque ben diversa, soffitti e infissi continuano a cadere in tutta Italia, indice del fatto che le risorse previste sono insufficiente e non rispondono al reale fabbisogno dei territori. A fronte di una necessità di 10 miliardi il governo stanzia nel ddl solo 40 milioni aggiuntivi, mentre usa i 300 milioni stanziati nel 2013 (DL Fare) per la messa in sicurezza delle scuole, per creare l’ennesimo progetto spot e non strutturale.

LE PROPOSTE M5S: eliminare lo spot governativo “una scuola innovativa per regione” e prevedere gli interventi prioritariamente per la messa in sicurezza degli istituti e in base al reale fabbisogno stabilito attraverso l’attivazione dell’anagrafe dell’edilizia scolastica; piano pluriennale d’investimenti aggiuntivi di 600 milioni annui.

SGRAVI PER PARITARIE
Si destinano 67 milioni di risorse all’anno alle famiglie che iscrivono i propri figli alle scuole paritarie fino alla primaria, per una platea complessiva di 500mila studenti; mentre per il diritto allo studio ci sono solo 10 milioni di euro nelle regioni a statuto speciale con una platea complessiva di 6 milioni di studenti.

LE PROPOSTE M5S: eliminare gli sgravi fiscali per la primaria; dirottare soldi sul diritto allo studio o prevedere sgravi fiscali solo per la fascia 0-6 anni e per famiglie con redditi bassi.

DIDATTICA
Il disegno di legge governativo non ha alcun presupposto pedagogico, ma è ispirato a logiche concorrenziali tra scuole, dirigenti, docenti e studenti. Mancano previsioni e interventi chiari per un miglioramento della didattica delle scuole italiane. Si riduce la qualità della didattica a causa dello scriteriato piano di assunzioni che costringe docenti non specializzati ad insegnare discipline per cui non sono stati formati. Scompare il concetto di reti di scuole ed arretra il progetto di autoproduzione di ebook gratuiti per le famiglie, fatto approvare dal M5S nel 2013.

LE PROPOSTE M5S: creazione di una task force nazionale di esperti per supportare l’innovazione didattica nelle istituzioni scolastiche in ogni regione; risorse certe e costanti per i processi d’innovazione (300 milioni l’anno); introduzione di un educatore ed un pedagogista in ogni scuola; ripristino delle discipline tagliate dalla Gelmini; incentivi alla diffusione dei modelli pedagogici accreditati dal mondo scientifico (metodo Montessori, Steineriano, etc.); rinnovamento degli ambienti di apprendimento, anche con la creazione di open-space, che rispondano alle esigenze didattiche e pedagogiche; eliminazione dei voti in decimi per il primo ciclo e della prova Invalsi all’esame di Stato; inglese dall’infanzia e docenti specializzati per educazione fisica alla primaria.

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OGGI alle 14 sarò a Secondigliano in via delle Galassie e alle 17,30, nel Caffè Letterario di Avellino in via Brigata, sarò con Carlo Sibilia e con i candidati irpini alla Regione Campania per dare vita ad un dibattito sullo stato di salute delle scuole italiane e sulla Buona Scuoladel Governo Renzi. Un confronto utile, dopo lo sciopero nazionale del 5 maggio, a cui sono stati invitati a partecipare le famiglie e gli addetti ai lavori del settore scuola della nostra provincia.

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