Soldi all’università, priorità del #M5S in questo settore.
Francesco D’Uva Cittadino a 5 Stelle ci dice che siamo sempre di più in una Redditocrazia.
Leggete e scoprite in cosa si sta trasformando l’Italia, sempre di più….
Francesco D’Uva, nato nel 1987, è un deputato per il Movimento 5 Stelle. Oltre alla Commissione antimafia, si occupa della Commissione Cultura e Istruzione, e dunque di università. Recentemente ha seguito con attenzione la vicenda della nomina dei consiglieri ANVUR – che, pur lontano dai riflettori dai giornali, avranno responsabilità e poteri molto grandi nella valutazione del sistema universitario (ma anche stipendi altrettanto grandi). Lo abbiamo intervistato per farci raccontare qualche dettaglio di questa vicenda nonché per saggiare le posizioni del M5S su università e dintorni.
- Francesco [NdA mi ha pregato di dargli del tu], visto che gli altri giornali non ne hanno parlato, parliamo della vicenda della selezione dei quattro nuovi membri del consiglio direttivo di ANVUR (l’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca). Dopo essere stati pre-selezionati da un’apposita commissione e quindi scelti dal ministro, per i quattro candidati l’ok del parlamento si prospettava una procedura quasi automatica. Invece il M5S ha voluto approfondire, e non è rimasto particolarmente contento. Come mai?
Questo consiglio ANVUR non rispetta tutte le aree disciplinari né tutto il territorio. È brutto parlare di Nord e Sud dopo un secolo e mezzo; ma purtroppo è sempre più attuale. C’è una sola persona che viene dagli atenei del Sud, e invece due persone della stessa area disciplinare [NdA l’area 11] – cosa su cui i nostri colleghi in commissione dicono che non ci siano un problemi perché vengono da due ambiti diversi. Ma la cosa più grave è che non sappiamo come sono stati selezionati dal ministro: per questo abbiamo scelto di non partecipare al voto per le loro nomine. Chissà come mai ci sia tutto questo interesse per entrare nel consiglio di ANVUR…
- … beh, immagino che lo stipendio annuo di 178.500 € sia stato un bell’incentivo…
Beh, non volevo suggerire questo, ma suppongo che sia una cosa non indifferente. Ad ogni modo, siamo contenti che per lo meno ci sia stata l’audizione – grazie all’On. Ghizzoni del PD che ha scelto di interpellarli. Purtroppo mi è sembrata quasi un’audizione farsa, fatta di fretta e furia in venti minuti – quando sono in commissione antimafia noi restiamo anche per diverse ore a torchiare le persone che sentiamo…
- Ad ogni modo, ora i quattro candidati sono stati nominati, no?
Ad ogni modo, non è finita qui: dopo aver depositato un’interrogazione a mia firma per chiedere il ministero di spiegarci i criteri con cui sono stati selezionati queste quattro persone [NdA in calce], ti anticipo che stiamo per depositare una risoluzione a prima firma del mio collega Vacca per chiedere al Governo di mantenere, nelle future nomine, un equilibrio disciplinare e territoriale. Ma anche, diciamocelo, di non eleggere una persona di 68 anni[NdA Paolo Miccoli] per una carica che dovrebbe cessare a 70 anni, al netto dei vari cavilli che fanno eccezioni… in questa procedura ci vorrebbero chiarezza trasparenza, anche per evitare spaccature e sfiducie tra mondo accademico da una parte e ministero e ANVUR…
- Ma visto che quest’estate c’è stata un’impennata di interesse per la crisi degli atenei del Mezzogiorno, dimmi: secondo te ANVUR ha delle responsabilità nella genesi di queste sperequazioni?
Sì… ma l’agenzia qui è il braccio armato della politica. Il MIUR scarica il barile all’ANVUR. Stanno cercando di distruggere l’università del meridione al grido di “eccellenza”. Noi del M5S invece vogliamo migliorare lo “standard”: non ci interessa solo sfornare laureati e ricercatori meritevoli, perché per noi le università sono anche presidi di legalità e di cultura. Quest’allocazione della quota premiale fa sì che chi non sia “meritevole” viene abbandonato. E gli atenei meridionali, che partono svantaggiati a causa di un contesto territoriale difficile, vengono affossati ancora di più. Per non parlare della formula per distribuire i punti organico, che premia gli atenei che alzano le tasse … col risultato che alla fine gli studenti potrebbero migrare tutti a Nord, lasciando deserto il Mezzogiorno.
- In breve, ANVUR viene usato dal ministero come ufficio burocratico di un Darwinismo sociale tra atenei?
Sì, senza dubbio. Il punto, chiariamolo, non è che non vogliamo che si faccia valutazione. È che vorremmo che la ripartizione delle risorse fosse studiata in base ai bisogni degli atenei, non come “premi”.
- Torniamo ancora un attimo sulle nomine dei consiglieri ANVUR. Il blog ROARS ha notato una strana “coincidenza”: nel tema scritto che accompagnava la presentazione della candidatura del prof. Miccoli appaiono – senza virgolette di citazione – quattro parti che sono perfettamente identiche, virgole incluse, a parti di elaborati scritti da altri autori. Ho sentito che durante l’audizione [minuto 11:22] tu gli chiedevi come si spiegasse questa strana “coincidenza”, e che il prof. Miccoli ti ha risposto che non si tratterebbe di plagio – trattandosi di frasi tratte da libri che lui avrebbe editato e/o scritto. Ti convince questa spiegazione?
A noi risulta che i lavori le cui frasi sono così simili non abbiano la sua firma. Io sapevo che quando non risulti autore di una frase, se riporti una frase devi usare le virgolette, no? A te risulta diversamente? Ma forse Miccoli non lo sapeva – strano, per un professore a 68 anni. Poi non ci siamo neanche incarogniti: non abbiamo nulla contro di lui. Ci pare solo che l’esempio sia rivelatorio dell’opacità con cui il ministro ha scelto i candidati.
- Ma la vicenda, se qualcuno non credesse alle coincidenze, non rischierebbe di minare la credibilità dell’ANVUR?
… più di quando non sia già stata minata, ad esempio dalla storia delle riviste assurde incluse nella VQR 2004-2010? Beh sì, la credibilità di ANVUR sarà minata: accettando in CdA persone oggetto di queste polemiche si espongono a facili scetticismi (col voto favorevole della maggioranza), rischiando di compromettere anche il lavoro dell’agenzia.
- Eh già… Ma adesso, dai problemi della ricerca passiamo ai problemi degli studenti: come si pone il M5S rispetto al problema del nuovo calcolo ISEE e dei suoi impatti devastanti sul DSU?
Guarda, noi avevamo già registrato l’anno scorso questa cosa, parlando con degli studenti che ci segnalavano il rischio di perdere la borsa. Ma non potevamo immaginarci che si sarebbe estesa così tanto. Anche qui ci pare che un caso di darwinismo sociale; una meritocrazia che non è nemmeno basata sull’intelligenza, come nel libro di Micheal Young [NdA The rise of Meritocracy, ripubblicata in italiano da Edizione Comunità col titolo “L’avvento della meritocrazia”], ma direttamente sul reddito – una redditocrazia. La nostra vecchia proposta per abbassare le tasse universitarie mirava a invertire questa tendenza, migliorare con quella l’accessibilità agli studi.
Ad ogni modo, noi ci mettiamo a disposizione, consci che il nostro lavoro nei palazzi non basta. Speriamo proprio che scoppi un casino come quello che è scoppiato con la Buona Scuola, una protesta studentesca che rivendichi “uguaglianza” laddove oggi si parla solo di “eccellenza”. In quel caso noi ci mettiamo a disposizione dei cittadini per fare da loro portavoce nel palazzo, anche senza apparire come 5 Stelle. Purtroppo però l’informazione parla poco di università, è un tema che non prende mai la prima pagina.
- Dagli studenti, passiamo un attimo ai dottorandi: hai sentito dell’iniziativa di ADI e FLC-CGIL sull’estensione dell’indennità DIS-COLL a dottorandi e dottori di ricerca?
Purtroppo non abbiamo ancora studiato approfonditamente la questione: contiamo di farlo nei prossimi giorni. Al di là della questione specifica, si dovrebbe cercare di valorizzare il dottorato, oltre che chiarire meglio il suo statuto giuridico, in bilico tra quello di studente e quello di lavoratore. Io stesso stavo seguendo un dottorato, ma non essendo conosciuto il mio stato di lavoratore, a differenza di altri miei colleghi non sono potuto andare in aspettativa: ho dovuto rinunciare. Pensiamo anche alla percezione sociale che si ha del dottorato: all’estero se hai finito il PhD sei “dottore” (titolo per cui in da noi basta la laurea), ti stimano e rispettano; in Italia ti guardano spesso come uno che ha rimandato la disoccupazione…
- Qualche giorno fa il tuo collega a Luigi Di Maio era ospite di Lilli Gruber per una puntata di Otto e Mezzo dal titolo “Grillo: pronti a governare?”. Tu che dici, sareste pronti? Quale potrebbe essere il programma sull’università?
Sì, lo siamo, a maggior ragione dopo questi due anni e mezzo in cui abbiamo acquisito contezza di come lavorare efficacemente nelle istituzioni. I nostri punti programmatici te li ho già accennati poc’anzi: il nostro principio guida resta quello di non concentrarsi solo sull’eccellenza, ma partire dal miglioramento dello standard, della qualità generale. Poi ovviamente ci piacerebbe aumentare i finanziamenti, raggiungendo il famoso 3% del PIL su ricerca e sviluppo [NdA riferimento all’obiettivo, poi disatteso, della Strategia di Lisbona, riproposto da Europa2020] …
- … certo, piacerebbe a tutti – ma prendendoli da dove?
Non posso darti una risposta precisa così su due piedi. Al di là della retorica, credo che ci sia davvero possibilità di risparmiare sulle marchette. Abbiamo fatto una discreta fatica a individuare diverse voci di copertura per il reddito di cittadinanza, che per ora è la nostra priorità: per questa ragione non posso dirti che prenderemmo i soldi da quei capitoli di spesa – ti prenderei in giro se lo facessi. Ma se dai banchi del parlamento siamo riusciti già a trovare quei miliardi per il welfare, sono fiducioso che se entrassimo al MEF riusciremmo a trovare delle risorse. Non dico che troveremmo l’Eldorado, ma diciamo che faremmo in modo di trovare i soldi necessari. I soldi si trovano, purché si abbiano chiari quali sono gli obiettivi. (MarcoViola)