I futuri docenti di Arte non avranno mai fatto un esame di Storia dell’Arte, docenti di economia-aziendale senza esami di economia, i laureati di giurisprudenza non potranno insegnare diritto.
E’ la buona scuola del burattino di Firenze. Una giungla normativa che aveva bisogno di sburocratizzazione, chiarezza e che doveva risolvere tanti errori del passato. Invece il governo produce la solita oscenità che avrà ripercussioni anche sui docenti a tempo indeterminato che sono messi in mobilità o si trasferiscono.
Lo schema di regolamento di revisione delle classi di concorso per i docenti della scuola secondaria, attualmente al vaglio della commissione Cultura della Camera, è un’oscenità che sembra scritta da dilettanti e che, per quante toppe si vogliano mettere, non sarà mai ricevibile. Lo stesso Consiglio di Stato intravede ‘il pericolo di una dequotazione della qualità del nostro sistema di formazione superiore (…) destinata a ripercuotersi in senso negativo sulla complessiva offerta formativa del nostro sistema’. Chiediamo dunque che venga ritirato e si riparta da zero, con un confronto serio sui titoli di accesso e sulle classi di concorso, tenendo conto delle esigenze della scuola e dell’organizzazione dell’offerta formativa universitaria.
Quello presentato è un testo talmente discutibile che anche il Consiglio di Stato ha sospeso il suo giudizio, chiedendo al Miur di spiegare l’iter logico seguito, oscuro allo stesso Consiglio di Stato, e di conoscere le conseguenze che potrebbe determinare per docenti precari e di ruolo. Da Viale Trastevere il ministro Giannini cerca di gettare acqua sul fuoco affermando che non ci saranno ricadute per queste categorie ma, vagliando le tabelle, sembrerebbe che i docenti di ruolo in mobilità possano essere bloccati dal nuovo sistema. Inoltre, il regolamento sembrerebbe valido anche per i docenti precari e già abilitati. Usiamo il condizionale perché, di tutto ciò, nel regolamento non vi è traccia di spiegazione.
Forti perplessità vengono manifestate in commissione dalla stessa maggioranza, al punto che stanno predisponendo un parere nel quale vengono poste numerose condizioni al governo. Resta invariato il nodo della questione: il provvedimento è sbagliato già alla radice. Tutto questo senza dimenticare che, viste le numerose lacune presenti, il rischio che si apra una stagione di contenziosi è altissimo.
Si continua con la stagione di contenziosi con il governo degli incompetenti. Il nostro ruolo di segnalazione delle centinaia di problematiche che ci avete spedito lo abbiamo svolto. Ora sta alla maggioranza o stravolgere totalmente l’impianto o ritirare il decreto facendo un concorso con le vecchie classi. Un altro pasticcio della buona scuola di Renzi che paghiamo tutti noi.