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Di smog si muore e l’aria nelle città è malata ma ancora manca la soluzione al problema. Perché secondo lei?
«Il problema è questo governo con una visione che sta peggiorando le cose. Non possiamo dimenticare le norme contenute nello Sblocca-Italia dove sono previste le trivellazioni in mare, una gestione dell’energia basata su fonti fossili sostenuta dall’esecutivo, per non parlare del piano per nuovi inceneritori oltre all’uso più massiccio di quelli già esistenti. Mentre ci sono alcuni Comuni come Parma che vogliono superare gli inceneritori, c’è un governo che emana norme per far conferire i rifiuti negli impianti già esistenti nel momento in cui la stessa Europa li giudica obsoleti nella gestione dei rifiuti».
Nella sua regione, la Campania, si è occupato a lungo di “terra dei fuochi”: è il paradosso dell’Italia malata di smog?
«Si può dire che l’Italia è “incenerita” da questo governo nel senso che è ridotta a una grande Terra dei Fuochi dove i fuochi, in questo caso, sono gli inceneritori».
Il blocco delle auto o le targhe alterne serve o no?
«Non sono mai serviti a nulla se non c’è un piano serio dal punto di vista amministrativo della gestione programmatica dei flussi dei trasporti e della riduzione dello smog prodotto dalle auto. Senza questa visione, non si va da nessuna parte e i provvedimenti-tampone non hanno mai risolto nulla. Non solo: manca una visione seria della pianificazione urbanistica collegata a linee di trasporto in varie forme: dal trasporto pubblico da potenziare e incentivare, fino al car-sharing e car-pooling in grado di soddisfare tutte le esigenze degli utenti. Le soluzioni ci sono ma c’è bisogno di amministrazioni locali che non facciano la cresta sugli appalti».
Da questo punto di vista, come valuta il vertice anti-smog convocato dal ministro Galletti?
«Secondo me sarà l’ennesima scena mediatica cui ci ha abituato il premier, basta guardare ai provvedimenti pregressi assunti dal governo che vanno nella direzione opposta a quella giusta. Voi giornalisti non avete mai sentito Renzi parlare a lungo di ambiente, tematica che non gli interessa mentre le grandi lobby industriali hanno già investito sull’energia da fonti fossili».
Qual è il vostro decalogo anti-smog per il 2016?
«Noi lo abbiamo già presentato nella nostra proposta Attiva-Italia, piano alternativo allo Sblocca-Italia. Alcuni esempi: sulle energie alternative, la solare o l’eolica l’Italia sarebbe già pronta ma serve una rete seria sul territorio capace di gestire e smistare la produzione energetica che non deve restare nelle mani di grossi centri di produzione ma avere una connotazione capillare. Questo porta a una maggiore occupazione, cioè posti di lavoro, oltre a una sana tutela ambientale. E ancora: i centri di riciclo e l’utilizzo del sistema biologico che consente di ridurre al minimo lo scarto non differenziato dei rifiuti. La strada c’è ma bisogna svincolarsi dalle grandi lobby che, invece, hanno investito negli inceneritori e possono contare su una sorta di aiuti di Stato dal momento che non sono imprese che si sostengono da sole sul mercato».