LA SCONVOLGENTE RISPOSTA DELLA SIAE IN COMMISSIONE CULTURA: E’ GIUSTO CHE IN SIAE SI VENGA RAPPRESENTATI E GOVERNATI PER CENSO!!
La Siae detiene un monopolio, tra i pochi paesi europei, nella gestione dei diritti d’autore. A fronte di tutto ciò il 65 per cento degli artisti registrati alla Siae alla fine dell’anno percepisce in ripartizione dei diritti meno di quanto versa all’ente per la quota di iscrizione. E’ conclamato che i ricavi della Siae non vengono correttamente distribuiti, quindi per le realtà medio-piccole i risparmi, a partire dal costo del bollino per arrivare alla tassazione sui live , superano di gran lunga gli eventuali ricavi. NEL 2011, VIENE MODIFICATO LO STATUTO DELLA SOCIETA’ CON IL “GOLPE DEI RICCHI” GARANDENDOSI IL CONTROLLO ASSOLUTO CON L’INTRODUZIONE DEL VOTO PER CENSO IN ASSEMBLEA (un voto a testa più un voto per ogni euro guadagnato, ndr).
IL M5S da tempo richiede il superamento della SIAE con la fine del monopolio e la possibilità degli artisti di scegliersi la società da cui farsi tutelare con la mozione a prima firma Sergio Battelli. La Siae nel 2014 ha speso oltre 182 milioni di euro per incassarne – a titolo di diritti d’autore – poco più di 524 milioni. In Francia – tanto per avere un riferimento – la Sacem, cugina francese della Siae, ma che gestisce tra l’altro solo musica – nello stesso anno, ha speso poco più di 150 milioni di euro per incassare oltre un miliardo e trecento milioni. TUTTO QUESTO IN UNA CULTURA CHE NON DA SPAZIO ALLE NUOVE FORME DI TUTELA E PROMOZIONE quali le licenze aperte come creative common , copyleft e fair use. Si ignora totalmente le potenzialità economiche e sociali della SHARE ECONOMY.