Il contributo volontario richiesto dalle scuole alle famiglie si sta trasformando di fatto in una tassa d’iscrizione occulta senza esoneri e detrazioni fiscali per gli aventi diritto. Parliamo di una somma che spesso supera i 200 euro – richiesta con procedure tutt’altro che trasparenti, oltre che discriminatorie e in alcuni casi subdolamente intimidatorie – troppo spesso necessaria garantire le spese di funzionamento delle scuole. Il governo ha cercato di arginare il fenomeno in modo blando, diffondendo due circolari che ribadiscono la volontarietà di questi contributi. Numerose inchieste della stampa e denunce da parte delle famiglie certificano però che questa tassa d’iscrizione occulta è sempre più diffusa nel Paese.
Per contrastare questo fenomeno il M5S ha depositato alla Camera una mozione, a mia prima firma, attraverso la quale si vuole impegnare il governo ad adottare atti normativi che limitino l’utilizzo dei contributi volontari al finanziamento di attività extracurriculari. LEGGI IL TESTO -> clicca qui
Nella mozione chiediamo al Miur di assicurare uno stanziamento maggiore al Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche (FIS), nella misura di 300 milioni di euro. In questo modo assicureremo alle scuole quei fondi sufficienti per le attività curriculari. I contributi scolastici richiesti dai docenti sono una prassi anticostituzionale, contraria all’articolo 34 della Costituzione. E’ anche di questo che chiediamo conto al ministro Giannini, la quale dovrebbe garantire i principi di obbligatorietà e gratuità dell’istruzione. Bisogna incentivare le scuole, attraverso maggiori fondi, ad abbandonare questa pratica prima che la questione arrivi nei tribunali per denunce di abuso di ufficio.