I tagli del governo stanno pregiudicando i modelli didattici innovativi, fiore all’occhiello delle migliori esperienze educative d’Europa. Su questo, la Giannini non fa meglio dei suoi predecessori e dispone un piano di dimensionamento che va a sfavorire tutte le scuole che adottano indirizzi didattici differenziati. E’ il caso del metodo Montessori, preferito dagli istituti che creano ambienti educativi stimolanti, che si affidano a docenti che favoriscono la socializzazione e a materiali che permettono l’autoeducazione. Di questo dimensionamento ne farebbero le spese proprio i migliaia di insegnanti ed educatori e le oltre 10mila famiglie che scelgono questo metodo di insegnamento. E’ di questo che, con urgenza, chiediamo conto al ministro Giannini.
Il M5S ha presentato un’interrogazione a mia prima firma con la quale si chiede al ministro dell’Istruzione di incentivare il piano Nazionale di Formazione previsto nella legge 107 del 2015 per l’aggiornamento della classe docente “sulle metodologie Montessoriane e sulle pratiche didattiche e pedagogiche – si legge nel testo -, riconosciute dalle attuali ricerche del mondo scientifico in campo educativo, nonché sui modelli virtuosi già sperimentati nel sistema scolastico d’istruzione nazionale come quello delle scuole senza zaino”.
Nell’interrogazione, si chiede inoltre a Giannini di tutelare la didattica della scuola primaria statale “Maria Montessori” di Perugia e per tutti quegli istituti che riversano in simili condizioni di rischio. A segnalarci l’emergenza sono stati proprio i docenti della scuola per i continui disagi causati dalla spending review, da anni da anni in atto nella scuola italiana. Questi insegnanti hanno sollecitato il Miur, inviando un lettera allo stesso ministero ma nessuno, fino ad oggi, si è interessato delle loro istanze. Oggi lo fa il Movimento Cinque Stelle ergendo la didattica innovativa a modello della scuola di domani.