Interroga Alessandro Melicchio
In merito alle stabilizzazioni dei precari della ricerca di cui l’articolo 20, commi 1 e 2, del decreto legislativo n. 75 del 2017 il CNR, l’INAF e l’NFN hanno visto assegnati fondi da utilizzare a tale scopo nel dbcm del 12 aprile 2018 e con il decreto di riparto del FOE del 26 luglio 2018. Dietro indicazione della commissione cultura si vincolavano fondi cosiddetti ex premiali all’assunzione del personale precario. Questi però sono stati solo parzialmente utilizzati dagli enti. l’INAF e l’NFN hanno bandito concorsi che hanno dato luogo a diversi contenziosi. Nel primo caso in merito alle carriere miste e nel secondo in merito al mancato scorrimento delle graduatorie esistenti. Si chiede al Ministro quali azioni intenda fare affinchè le somme vincolate alle stabilizzazioni dei ricercatori precari siano effettivamente utilizzate a tale scopo e si dia piena applicazione alla sucitata legge, ai fini dell’assunzione del personale precario ai sensi sia del comma 1 che del comma 2 dell’articolo 20.
Risponde il Vice Ministro Fioramonti
Onorevole Melicchio, come Lei stesso ha ricordato l’articolo 20 del decreto legislativo n. 75 del 2017, prevede che, nel triennio 2018-2020, le amministrazioni pubbliche, al comma 1 possono assumere a tempo indeterminato personale non dirigenziale che possegga specifici requisiti e al comma 2 possono bandire procedure concorsuali riservate a personale non dirigenziale che possegga specifici requisiti.
A tal fine sono state destinate, come da Lei accennato, adeguate risorse. Rispetto al FOE, la legge di bilancio per l’anno 2018, ai commi 668 e successivi, ha disposto per gli enti di ricerca uno specifico stanziamento a favore del percorso di stabilizzazione. In particolare, ricordo che il comma 670 ha statuito che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri fossero individuati sia i criteri per l’attribuzione delle risorse che gli EPR beneficiari. Con il successivo comma 671 si è stabilito che gli enti di ricerca destinassero alle assunzioni in argomento risorse proprie aventi carattere di certezza e stabilità, pari ad almeno il 50 per cento dei finanziamenti ricevuti.
Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in questione è divenuto efficace con la registrazione della Corte dei conti il 10 maggio 2018, così assegnando alla maggior parte degli enti le somme riportate nell’allegato 1. Lo stesso decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ha, nondimeno, previsto correttivi ai commi 2 e 4 dell’articolo 1. Si è, pertanto, in attesa degli esiti delle verifiche previste dal comma 3 sempre dell’articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per poter corrispondere agli enti ancora le risorse del 2018 e poi quelle del 2019.
Quanto alle risorse assegnate con il decreto di riparto del FOE, si è dato seguito alle «condizioni» formulate nel prescritto parere dalle due Commissioni parlamentari di merito. Pertanto, con il richiamato decreto, ulteriori 68 milioni di euro sono stati destinati alle stabilizzazioni previste dall’articolo 20, commi 1 e 2, del decreto legislativo n. 75, coprendo sia i costi salariali ordinari sia quelli accessori e sono stati ripartiti in proporzione all’assegnazione ordinaria del FOE per l’anno 2017.
Anche l’utilizzo di queste ultime risorse sono sottoposte alla norma primaria (mi riferisco al più volte richiamato articolo 20) che sebbene incentivata anche con appositi finanziamenti sconta da un lato il procrastinarsi del tempo dovuto all’entrata in vigore e all’attuazione di diverse disposizioni e atti qui richiamati e sconta altresì la complessità, sicuramente, delle procedure di verifica dei requisiti dei candidati che, come anche Lei ha evidenziato, hanno richiesto anche il ricorso a pareri dell’Avvocatura e ad approfondite interpretazioni.
La circolare del Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione n. 3/2017 che Lei cita, indica con chiarezza tra i requisiti per accedere alle procedure di stabilizzazioni ai sensi dell’articolo 20, commi 1 e 2, del decreto legislativo n. 75 del 2017, l’aver maturato almeno tre anni di servizio presso l’amministrazione che procede all’assunzione anche con diverse tipologie di contratto Pag. 44flessibili, specificando che per gli EPR sono compresi anche i contratti di collaborazione coordinata e continuativa e i contratti degli assegni di ricerca. Il bilancio dell’INFN è stato ridotto di circa 30 milioni nei due anni precedenti e quindi il Governo si è subito attivato per recuperare risorse aggiuntive e consentire all’Istituto di proseguire con tutte le stabilizzazioni con i 14 milioni restanti di fondi vincolati.
Concludo ribadendo che il processo di stabilizzazione avviato è in corso e che questo Ministero anche per il biennio 2019 e 2020 promuoverà ogni possibile e concreta azione affinché tutte le risorse assegnate agli EPR per il suo completamento siano effettivamente utilizzate per favorirne la conclusione nel modo più inclusivo possibile e rispettoso delle intenzioni del legislatore.
Replica Alessandro Melicchio
Pienamente soddisfatto della risposta, che conferma l’impegno del Governo sulla stabilizzazione dei ricercatori precari, nella consapevolezza dell’importanza che la ricerca riveste per la vita del Paese. Ricordo che, a parte l’ultimo riparto del FOE, anche nella legge di bilancio è testimoniato quest’impegno dell’attuale maggioranza a favore dei ricercatori, in un’ottica di lotta contro il precariato e il sottofinanziamento che hanno caratterizzato gli ultimi decenni. I deputati del Movimento 5 Stelle membri della Commissione cultura si sono impegnati in materia di ricerca, essenziale per il progresso del Paese. La crescita del Pil è infatti direttamente correlata con gli investimenti nel settore, dato che questi si traducono in sviluppo. Parlo del fenomeno dei «cervelli in fuga», il depauperamento del «capitale umano» dell’Italia non è ulteriormente tollerabile, trattandosi di risorse preziose alle quali l’Italia non può permettersi di voltare le spalle. Sollecito un impegno speciale del Governo a tutela dei ricercatori, certo che il Ministero vigilerà accuratamente affinché le somme assegnate agli Enti di ricerca siano effettivamente destinate alla stabilizzazione del personale precario.