Il provvedimento che introduce l’educazione civica nelle scuole e su cui oggi pomeriggio la Camera è chiamata al voto finale, è un primo passo avanti.
Mentre prima c’erano solo indicazioni su Cittadinanza e costituzione e non c’era l’obbligo delle 33 ore, ne’ la necessità del voto, ora ci sarà un impegno su tutta questa materia.
Il Movimento dei Cinque stelle voleva un ora in più affidata ai docenti di Diritto ed Economia, ma volendo dare un segnale già da settembre, si è scelto di accelerare la proposta di legge: intanto si raccoglieranno i dati e tra due anni deve essere inserita un’ora aggiuntiva per questa materia, come chiediamo noi, mentre al momento l’educazione civica deve essere ricavata nel quadro orario scolastico esistente devono essere insegnanti professionisti di questa disciplina; chiediamo al Ministero dell’Istruzione di fare un censimento in tal senso.
Il provvedimento che reintroduce in tutte le scuole l’Educazione civica e che contiene l’emendamento sullo stop alle sanzioni disciplinari ai più piccoli con note sul registro per alunni elementari che manchino ai loro doveri – affermava l’articolo 414 del Regio decreto 1297 – si possono usare secondo la gravità delle mancanze, i seguenti mezzi disciplinari: ammonizione; censura notata sul registro con comunicazione scritta ai genitori, che la debbono restituire vistata; sospensione dalla scuola, da uno a dieci giorni di lezione; esclusione dagli scrutini o dagli esami della prima sessione; espulsione dalla scuola con la perdita dell’anno scolastico.
La nuova legge, per “rafforzare la collaborazione con le famiglie”, estende alla scuola elementare il Patto educativo di corresponsabilità, oggi previsto per le scuole medie e per le superiori. “Il problema che vive il mondo della scuola rispetto al bullismo o rispetto alla violenza verso il corpo insegnante va affrontato con altre misure: molti docenti ci dicono che il lavoro fatto a scuola viene perso quando fuori c’e’ un ‘burrone sociale’. Servono misure per le assunzioni di personale nelle politiche sociali e presidi di legalità sul territorio: c’e’ una società che rema contro rispetto al lavoro prezioso che si fa a scuola. Altrimenti, con misure come quella abrogata, ci illudiamo di avere uno strumento che poi, nella realtà, è inefficace.