Sostituire la carta elettronica per le librerie, prevista dal testo base per la promozione della lettura, con una card cultura, alimentata con 5 milioni annui dal 2020, destinata ai soggetti più svantaggiati per l’acquisto non solo di libri, ma anche degli altri prodotti e servizi culturali, dai musei ai teatri. Questo l’obiettivo di un emendamento alla pdl per la promozione alla lettura, depositato in VII commissione della Camera che presiedo.
Vogliamo impostare un’azione collettiva per il contrasto alla povertà educativa e culturale, cercando di mobilitare la società civile e le imprese perché possano alimentare il fondo. Le aziende interessate potranno infatti destinare una percentuale del proprio fatturato, si pensa all’1%, per sposare la causa, in cambio di un logo che il Mibac riconoscerà alle imprese. Nel dettaglio la carta, del valore di 100 euro, sarà destinata per l’acquisto di libri, prodotti e servizi culturali da parte di cittadini italiani e stranieri residenti nel territorio nazionale appartenenti a nuclei familiari economicamente svantaggiati. Un decreto del Mibac, di concerto con il Mef, definirà nel dettaglio i criteri per l’assegnazione e per l’utilizzo della carta. Allo stesso tempo viene istituito un Fondo “Carta della cultura“. Le imprese possono destinare alle finalità del fondo parte del proprio volume di affari, senza effetti ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive. Le imprese che destinano almeno l’1% del loro volume di affari sono autorizzate ad utilizzare un logo del Mibac che certifica il loro impegno nella lotta contro la povertà educativa e culturale.