I cambiamenti nel nostro Paese sono ostacolati dai blocchi di potere regionali e comunali che sono sempre gli stessi da 15 anni

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Volevo un suo commento sulla notizia dell’espulsione di 6 parlamentari dopo l’istruttoria sulle mancate restituzioni. Lei come interpreta questo passaggio?
Questo è un principio del Movimento 5 Stelle e anche una nostra identità: tagliarci lo stipendio e restituirlo per utilità pubblica.
Abbiamo finanziato progetti di povertà educativa, ecologia nelle scuole, i centri antiviolenza, interventi che riguardano la protezione civile. Chiaro che ci sono state problematiche anche tecniche che si stanno risolvendo, ma in altri casi non siamo riusciti a recuperare le persone che hanno deciso di non versare.

Molti hanno detto di non aver più voluto contribuire perché era cambiato il sistema
Questo si sta risolvendo, si cambierà la destinazione, torneranno fondi dello stato. Non ci sono più scusanti su questo tema.

Il M5S vive un momento di trasformazione. Avete come prospettiva gli stati generali, avete subito un po’ di defezioni, risultati non brillantissime alle elezioni regionali. Lei a cosa attribuisce tutto questo? Il costo di stare al governo per un Movimento nato nelle piazze?
In questi due anni c’è stato un errore: la sovrapposizione tra capo politico e membro importante del governo, questo è uno dei temi degli stati generali.
Ci sono processi interni a cui bisogna dedicarsi molto, penso alle sfide locali, regionali, in cui bisogna cambiare passo per permettere di cambiare anche attraverso rivoluzioni locali la politica italiana.
Dobbiamo alzare l’asticella della qualità politica sulle liste pulite, sulle rivoluzioni verdi, sulla qualità della vita.
Invece Inostri primi 10 anni sono stati dedicati a cambiare il paese, arrivare al governo e mettere in piedi le riforme strutturali come l’anticorruzione, reddito di cittadinanza, il primo decreto contro i cambiamenti climatici. Ora guardiamo ai territori.

Di Maio ha sciolto autonomamente questo nodo, lei ha apprezzato?
Sì, l’ho commentata come una scelta generosa, che apre lo spazio per un confronto leale e sereno per ragionare sulla separazione tra i membri del governo e di chi dovrà occuparsi di un patrimonio pubblico come il M5S, che ha portato cittadini liberi nelle istituzioni e professionalità che mai avrebbero trovato spazio nei partiti tradizionali.

Il discorso di Di Maio non era serenissimo. Ha fatto riferimento ai traditori. C’era la sensazione che avesse da rimproverare anche a compagni di movimento. Lei ha avuto questa impressione?
Sono state chiare le sue parole su questo.
Io parlo della fase serena che possiamo affrontare negli stati generali.
Se uno fa delle proposte di cambiamento nel Movimento perché vuole affrontare nuove sfide per i prossimi 10 anni, devono essere proposte non legate alla leadership, su questo Di Maio ha sgombrato il campo, così che ogni dibattito sia democratico e utile a rafforzare un M5S che nel 2018 ha raccolto l’interesse di 11 milioni di cittadini.

Si apre il capitolo di altre 6 Regioni importanti. Crimi, il nuovo capo politico del Movimento ha detto no alle alleanze locali, però nel M5S non mi sembra compatto su questo punto. Lei cosa pensa?
Io vedo che non c’è vera distanza tra le dichiarazioni di Vito Crimi, le mie, o di altri esponenti.
Lui ha detto “ se ci sono accordi programmatici sulle cose da fare, per i temi concreti dei cittadini, allora si aprono scenari interessanti di rinnovamento politico.
In Umbria abbiamo già avuto un caso di votazione su Rousseau dove si è scelta un’alleanza più ampia.
In Campania, ad esempio, si sta svolgendo un dibattito molto partecipato, un processo iniziato solo 3 settimane e che ha coinvolto portavoce nazionali, regionali e comunali. Domenica avremo un incontro con tutti gli iscritti per un confronto vero sulle proposte portare in Campania, dopodiché arriveremo a una sintesi che cambierà tutto negli scenari della regione.
Sarà l’occasione per capire se c’è la possibilità di scrivere un film diverso dal De Luca – Caldoro, Caldoro – De Luca.

A lei Sandro Ruotolo piacerebbe come candidato alle suppletive sostenuto dal M5S?
Sandro Ruotolo è una persona apprezzabilissima, il suo lavoro sulla terra dei fuochi è importantissimo per il Paese. Se avessi preso io questa decisione avrei fatto un ragionamento di coalizione, perché oggi stiamo governando con un’agenda che stiamo costruendo insieme al Presidente Conte.
Non è andata così e quindi è chiaro che adesso si sostiene il candidato del M5S.

C’è una polemica nei confronti di Nicola Morra per aver dichiarato di non sostenere il candidato calabrese del M5S. Ha fatto male?
Io non credo si possano condannare le persone sulla base delle proprie dichiarazioni e libertà di voto.

Esponenti del Pd ripetono spesso la prospettiva di un’alleanza strutturale con il M5S per renderla capace di affrontare le sfide, un’alleanza riformista, progressista. Lei la pensa così?
Il M5S nasce come forza dirompente di tutti gli schemi. Oggi si sta lavorando su una legge elettorale proporzionale che permetterà ai cittadini di scegliere il progetto politico più interessante.
Sul fronte locale, se noi dobbiamo costruire un accordo di cambiamenti importanti, dalla sanità, dissesto idrogeologico, lavoro, vanno pensati accordi con le forze di governo.
Si possono aprire singoli spazi e non strutturali che hanno un valore molto più alto, lì dove si concretizza una sperimentazione dal basso con la scelta di andare insieme su punti programmatici che cambiano la vita dei cittadini.

Un Movimento che nasce dicendo che non è di destra, né di sinistra, rischia di arrivare agli stati generali con una corrente di destra e di sinistra
Questa è una semplificazione.
Negli stati generali definiremo regole nuove per le sfide che ci aspettano, una carta dei valori e i prossimi obiettivi. È chiaro che nella carta dei valori vadano condannati aspetti discriminatori che mettono in campo alcuni personaggi politici come Salvini e Meloni.
E, allo stesso tempo, vadano valorizzati aspetti del nostro essere Movimento come l’altruismo e la solidarietà con l’attenzione agli ultimi, che ci hanno spinto a superare la sinistra su molti fronti.

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