Tutelare i lavoratori del settore marittimo è da sempre tra le mie battaglie, ad oggi il settore, duramente colpito dalla pandemia necessita di immediate prospettive di ripresa. Ho quindi chiesto un’interrogazione al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti per porre diverse questioni. La tutela della salute è certo al primo posto, sbloccare il lavoro, bloccato causa Covid, altrettanto.
Creare subito un’Anagrafe Informatica Unica della «Gente di mare, per immettere dati, istanze, segnalazioni, dichiarazioni e documentazione, concernenti procedimenti e adempimenti, nonché i relativi documenti tecnici, professionali e medico-sanitari.
Pagare diritti, imposte e oneri, espletare telematicamente le pratiche relative al rapporto di lavoro marittimo, verificare tempestivamente la sussistenza dei requisiti professionali e sanitari necessari all’imbarco e prenotare telematicamente le visite mediche di idoneità , sono solo alcune delle richieste. Sono certo che la sensibilità dimostrata sino ad oggi sui temi del lavoro proseguirà senza sosta con gli sforzi di tutti.
Ecco il testo integrale dell’interrogazione:
Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
in questi mesi segnati dalla crisi epidemiologica globale, i lavoratori marittimi hanno duramente sofferto a causa del sostanziale blocco del settore e, purtroppo, le prospettive di ripresa sono ancora indefinite;
a ciò si aggiungono criticità già note, quali:
la mancata attuazione delle disposizioni di cui all’articolo 27 (collocamento della gente di mare) del decreto legislativo n. 150 del 2015, che prevedeva la possibilità, da parte delle capitanerie di porto, di svolgere attività di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro, sulla base di convenzioni tra Anpal e Mit che, tuttavia, non sono mai state siglate;
le criticità connesse all’applicazione della legge n. 205 del 2017, articolo 1, commi 910-914, concernente il divieto per il datore di lavoro, anche di anticipare contanti ai propri dipendenti: il comma 913, nell’individuare alcune categorie esentate, non contempla i marittimi i quali, durante le franchigie a terra, si trovano spesso in porti esteri remoti ove risulta impossibile effettuare prelievi o pagamenti elettronici per compiere spese personali sia ricreative, sia di necessità;
l’obbligatorietà dei marittimi di conseguire e rinnovare presso private academy, certificati e attestati di qualificazione professionale, le cui spese sono poste totalmente a carico dei lavoratori stessi, causando una contrazione del proprio reddito;
il mancato riconoscimento di detti certificati, laddove conseguiti in centri di addestramento esteri regolarmente riconosciuti dall’Imo, da parte delle capitanerie di porto le quali, contravvenendo alle regole I/10 – riconoscimento dei certificati, e I/2 – certificazioni e convalide (endorsement) della convenzione Stcw, richiedono, ad avviso dell’interrogante, in maniera alquanto arbitraria, un’ulteriore certificazione «italiana», mentre il lavoratore marittimo comunitario può imbarcare su navi italiane con certificazioni emesse dal proprio Stato, in quanto l’Stcw stabilisce e garantisce i parametri minimi per la tenuta della guardia. Inoltre, si sottolinea la normale procedura del Ministero dello sviluppo economico, che riconosce i certificati di global maritime distress safety system, a fronte di una semplice domanda di endorsement e dell’esibizione dell’originale in corso di validità;
le lungaggini burocratiche cui sono sottoposti i lavoratori del settore, inducono a suggerire fortemente l’ammodernamento, la semplificazione e la digitalizzazione del settore, creando un’anagrafe informatica unica della «Gente di mare»;
un siffatto sistema consentirebbe di avere una conoscenza dettagliata e aggiornata di questa platea di lavoratori e garantirebbe la possibilità di espletare in maniera rapida e sicura una serie di gravosi adempimenti burocratici –:
se si intendano intraprendere tutte le iniziative di competenza necessarie a definire le convenzioni con l’Anpal, di cui all’articolo 27 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150;
se intendano adottare iniziative normative, per quanto di competenza, al fine di prevedere l’esenzione dei lavoratori marittimi dall’applicazione dei commi da 910 a 914 dell’articolo 1 della legge n. 205 del 2017, limitatamente alla possibilità di ricevere anticipi sullo stipendio nei periodi di navigazione;
se si intendano adottare iniziative, per quanto di competenza, al fine di garantire la deduzione dei costi sostenuti dai lavoratori marittimi per la partecipazione a corsi ed attività di formazione inerenti alla propria attività lavorativa;
se si intendano adottare iniziative, per quanto di competenza, affinché il Corpo delle capitanerie di faccia rispettare i trattati internazionali, in particolare il riconoscimento in Italia dei certificati di addestramento svolti in centri abilitati dall’Imo presso Stati membri dell’Unione europea, dietro accertamento di autenticità;
se si intendano adottare iniziative per implementare un’anagrafe informatica unica della «gente di mare», tramite portale informatico in capo al Comando generale delle capitanerie di porto, che possa fornire una serie di servizi telematici, come quelli di cui in premessa, al fine di semplificare, velocizzare e sburocratizzare il settore, come sopra esposto.
(5-05542)