La vera sfida, soprattutto per il Sud, è sulla capacità di spendere bene le risorse disponibili. Dai primi bandi a valere sul Pnrr emergono carenze progettuali delle amministrazioni territoriali meridionali, le quali rischiano di non essere capaci di accedere a quei fondi, rendendo vana anche la quota del 40 per cento.
I comuni devono pretendere la necessaria documentazione ma soprattutto personale in grado di fornire la progettazione. Comuni e Regioni sono lasciati soli nella progettazione e senza una cabina di regia tra Anci e presidenza del consiglio sarà un ecatombe per il Sud. Il 40 per cento rischia di restare sulla carta. Solo così anche il Sud potrà usufruire delle risorse del Pnrr.
Un dato cruciale emerso anche nella risposta del ministero della transizione ecologica ad una mia interrogazione che mirava ad ottenere maggiore trasparenza sulle decisioni dei gestori dell’acqua privati. Cooperare tra le pubbliche amministrazioni pare sia un manifesto da perseguire con assoluta determinazione nei prossimi mesi, ne va l’intero futuro del mezzogiorno d’Italia.
Ecco la mia interrogazione al ministero della Transizione Ecologica:
Al Ministro dell’interno, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
il Consiglio di Stato, in adunanza plenaria, con la sentenza n. 5 del 2005, ha precisato che «la giurisprudenza è venuta chiarendo, sin dall’indomani della emanazione dell’articolo 23 della legge n. 241 del 1990, che le regole in tema di trasparenza si applicano, oltre che alle pubbliche amministrazioni, anche ai soggetti privati chiamati all’espletamento di compiti di interesse pubblico (concessionari di pubblici servizi, società ad azionariato pubblico e altro)». Tale pronuncia riprende quanto già affermato con la sentenza del Supremo giudice amministrativo, in sede plenaria n. 4 del 1999;
detta linea interpretativa è stata seguita dal legislatore, con le modifiche apportate all’articolo 23 della citata legge n. 241 del 1990 dalla legge 3 agosto 1999 n. 265 e, più ancora, con la legge n. 15 del 2005 che ha stabilito di iscrivere – agli effetti dell’assoggettamento alla disciplina sulla trasparenza –, tra le pubbliche amministrazioni, anche i soggetti che svolgono attività di pubblico interesse;
la Gori S.p.a., è il soggetto gestore del servizio idrico integrato dell’Ambito distrettuale sarnese-vesuviano della Campania, che comprende numerosi comuni sia della provincia di Napoli che quella di Salerno, per un totale di 74 comuni;
con riferimento all’attività del suddetto gestore, sono state segnalate all’interrogante alcune inottemperanze degli obblighi di trasparenza di cui agli articoli 22 e seguenti della legge n. 241 del 1990;
in particolare, il dirigente della città di Torre del Greco chiedeva con specifica nota alcuni atti e informazioni in possesso della Gori S.p.a., in risposta ai questionari del segretario generale dell’autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale, dottoressa Vera Corbelli, impegnata nella raccolta di dati ed informazioni importantissimi e necessari alla definizione del progetto Master-Plan relativo al Bacino del fiume Sarno, promosso dal Ministero della transizione ecologica e volto al risanamento del bacino idrografico del fiume Sarno;
ad oggi, nonostante l’ampio lasso di tempo trascorso, non risulta alcun riscontro alla richiesta documentale suindicata;
inoltre, a seguito di un incontro informale svoltosi a Torre Annunziata tra il sindaco del comune e i residenti di via Fusco, strada interessata dai lavori di realizzazione del sistema per il collettamento e il trasporto reflui, a quanto consta all’interrogante permarrebbero criticità in merito alla conoscibilità della documentazione riguardante il progetto preliminare e definitivo nonostante le denunce e le preoccupazioni dei cittadini per l’invasività dell’opera e possibili connessi rischi dell’incolumità e sicurezza dei residenti;
inoltre, il citato Master-Plan, importantissimo intervento di risanamento del fiume Sarno che vede coinvolti numerosi comuni sia della provincia di Napoli che di Salerno, necessita che la Gori svolga un ruolo collaborativo sul fronte della condivisione di tutte le informazioni necessarie che garantiscano agli enti locali la possibilità di agire e progettare opere che riguardano il bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale, così come progetti per affrontare il dissesto idrogeologico dei comuni, rispettando gli obblighi di trasparenza e accesso agli atti, con proficua collaborazione e dialogo tra i comuni e il gestore –:
di quali elementi disponga il Governo in ordine a quanto sopra esposto e se e quali iniziative di competenza intenda adottare, anche per il tramite della Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi, in relazione alle criticità segnalate in premessa circa gli obblighi di cui agli articoli 22 e seguenti della legge n. 241 del 1990 e più in generale agli obblighi di trasparenza gravanti in capo alla società Gori Spa, che per altro riguardano dati rilevanti per il Master Plan concernente il bacino del Fiume Sarno.
(4-10463)
Qui la risposta:
Con l’atto di sindacato ispettivo in argomento si chiedono chiarimenti in merito alle informazioni di cui il Governo dispone relativamente al rispetto degli obblighi di trasparenza di cui agli articoli 22 e seguenti della legge n. 241 del 1990 da parte della società Gori S.p.A., peraltro funzionali al corretto coordinamento amministrativo per la messa a terra del progetto Master Plan. Ringrazio l’On.le interrogante per i quesiti formulati, perché permettono di fare luce su
circostanze di primaria importanza per i cittadini dei territori interessati.
In via preliminare, è bene evidenziare come gli invocati obblighi di trasparenza, enucleati agli artt. 22 e seguenti della legge 8 agosto 1990, n. 241, non riguardino specificamente il caso oggetto di interrogazione. Il diritto di accesso è infatti attribuito dalla legge soltanto alle persone fisiche e giuridiche di diritto privato e, quindi, non può essere invocato nei rapporti tra pubbliche amministrazioni.
È proprio l’art. 22, comma 5, della legge 241 del 1990, a prevedere che l’acquisizione di documenti amministrativi da parte di soggetti pubblici, ove non rientrante» nel novero degli atti passibili di accertamento d’ufficio, «si informa al principio di leale cooperazione istituzionale». In base a tale premessa, dunque, diventano inconferenti i richiami giurisprudenziali allegati dall’On.le interrogante. Al contrario, bisogna fare riferimento a quell’indirizzo giurisprudenziale secondo cui «l’accesso ai documenti amministrativi […] è istituto essenzialmente rivolto (se non riservato) al privato nei suoi rapporti con la pubblica amministrazione, atteso che il comma 5 del citato art. 22 espressamente contempla un regime speciale per i rapporti tra pubbliche amministrazioni, nel senso che “L’acquisizione di documenti amministrativi da parte di soggetti pubblici, ove non rientrante nella previsione dell’articolo 43, comma 2, del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, si informa al principio di leale cooperazione istituzionale” (principio di leale cooperazione tra pubbliche amministrazioni che trova del resto emersione anche nell’art. 15 della medesima legge n. 241 del 1990, in base al quale “Anche al di fuori delle ipotesi previste dall’articolo 14, le amministrazioni pubbliche possono sempre concludere tra loro accordi per disciplinare lo
svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune”; si tratta di un principio fondamentale in forza del quale le pubbliche amministrazioni non litigano tra di loro, ma cooperano per migliorare il servizio ai cittadini e alle imprese)» (T.A.R. Campania – Napoli, sez. III, 17 gennaio 2012, n. 215). Chiarito quest’aspetto, si rappresenta che comunque la società Gori S.p.A. ha adottato un atteggiamento di leale cooperazione e – come a breve si dirà – ha correttamente messo a disposizione della «Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale» (di seguito soltanto «Autorità») la documentazione rilevante per il progetto Master Plan.
Nello specifico, nel mese di gennaio 2021, la Gori S.p.A. ha trasmetto i seguenti documenti di interesse per l’Ambito Distrettuale Sarnese-Vesuviano:
• la relazione sullo schema di funzionamento e le analisi eseguite in ingresso ed uscita nel
periodo 2018-2020;
• le planimetrie dei bacini comprensoriali;
• le planimetrie dei collettori comprensoriali e degli impianti di depurazione (con evidenza dei
tratti non in esercizio);
• le planimetrie delle zone afferenti ai «Terminali Liberi in Ambiente» («TLA») con
indicazione dei c.d. abitanti equivalenti («AE») civili ed industriali;
• le planimetrie delle aree produttive, come individuate dal CTR Regione Campania;
• la relazione sui controlli eseguiti sulle industrie conserviere.
Successivamente la medesima Società, nei mesi di febbraio e marzo 2021, sempre con riferimento all’istruttoria condotta dall’Autorità competente sul Master Plan in questione, ha trasmesso altresì gli schemi delle reti fognarie dei Comuni ricadenti nel Bacino Idrografico del fiume Sarno e, nello specifico:
• gli schemi delle reti di collettamento delle acque meteoriche, acque reflue civili, e industriali;
• la relazione degli schemi di funzionamento impianti di depurazione ed il loro stato di
funzionamento;
• l’analisi sugli effluenti degli impianti di depurazione;
• le relazioni e gli schemi di funzionamento degli impianti di depurazione;
• gli esiti dei controlli analitici sugli effluenti ed influenti degli impianti di depurazione svolti
dall’avvio della relativa gestione da parte di GORI;
• gli shapefile delle reti, dei collettori comprensoriali e degli impianti fognari;
• elenco aggiornato riportante i dati di tutti i punti di scarico.
Infine, nel mese di maggio 2021, sono stati forniti dati e informazioni più dettagliate in merito alle reti fognarie dei comuni di Bracigliano (SA), Fisciano (SA), Pagani (SA), San Marzano sul Sarno (SA), Sant’Antonio Abate (NA), Siano (SA).
Nel complesso, quindi, la situazione prospettata dall’On.le interrogante si è evoluta e, allo stato, si può dire che la Gori S.p.A. abbia adempiuto al proprio dovere di leale collaborazione, ostendendo tutta la documentazione rilevante per l’Autorità Distrettuale. D’altra parte, i lavori in corso per la realizzazione delle opere di collettamento delle acque reflue
che interessano anche il territorio di Torre Annunziata e, soprattutto, la Via Fusco espressamente richiamata dall’On.le interrogante, si stanno svolgendo in base al progetto esecutivo pubblicato sul sito della Gori S.p.A., liberamente accessibile al link https://bit.ly/3BoGDY8. Dunque, anche rispetto a tali atti di progettazione è stato adottato il massimo grado di trasparenza, anche e soprattutto a beneficio dei cittadini dei territori interessati dai lavori.
Va da sé che la pubblicazione degli atti di progettazione da parte della Gori S.p.A. mette nelle condizioni gli enti locali del territorio provinciale di svolgere tutti gli accertamenti istruttori del caso, eventualmente volti ad «agire e progettare opere che riguardano il bacino distrettuale dell’Appennino meridionale» – come attentamente osservato dall’On.le interrogante – per gli aspetti di loro competenza.
In conclusione, per le ragioni appena illustrate, si ritiene che, in base alle informazioni a disposizione di questo Governo, la società Gori S.p.A. abbia messo a disposizione dei soggetti pubblici e privati interessati la documentazione oggetto della presente interrogazione e che, di conseguenza, non vi siano particolari azioni da intraprendere.