La burocrazia rischia di abbattersi come una mannaia sulla categoria dei lavoratori marittimi italiani già ampiamente provati da un sovraccarico di norme, percorsi professionali gravosi e incertezza dei contratti. Tutti gli operatori marittimi sono tenuti a fare corsi di formazione obbligatoria che, con l’applicazione restrittiva della norma internazionale STCW ‘Riconvalida dei certificati’, finiscono per gravare sulle tasche degli stessi marittimi.
Inoltre, senza il certificato abilitativo non è possibile svolgere la professione e questo rischia di mettere in pericolo il lavoro dei tanti stagionali. Infatti, diversamente da quanto succede negli altri Paesi tutti gli operatori di bordo italiani devono dimostrare di aver lavorato almeno un anno nel corso dei passati cinque pregiudicando, di fatto, l’attività di chi lavora a volte per soli 6 mesi con contratti a termine.
Un ulteriore ostacolo che, inevitabilmente, colpisce i giovani che si affacciano a questo lavoro e che non possono permettersi di sostenere a proprie spese tutti i corsi di formazione obbligatoria. Per questo chiedo al Ministero dei Trasporti e mobilità sostenibili di riconsiderare le modalità di riconvalida dei certificati abilitativi e che venga presa in considerazione la deducibiltà per i marittimi che abbiano svolto i corsi obbligatori previsti. In questo modo, sosterremo il lavoro, soprattutto quello giovanile.