E’ giusta la richiesta dei tanti studenti che nelle piazze italiane chiedono alle regioni una riforma sull’alternanza scuola-lavoro regionale.
Per troppo tempo i problemi e le inefficienze della società sono state scaricate sulla scuola e sui ragazzi. Da tempo il settore industriale, produttivo ed economico del nostro paese ha abbandonato o depotenziato le scuole di formazione industriali che in passato, hanno dato un grande contributo al Paese.
Il M5S ha mantenuto la promessa di smantellare e riformare l’alternanza scuola lavoro, sostituita con la prima legge di bilancio nel 2018 dai ”Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”, con nuove linee guida, con una riduzione del monte ore a 90 ore nel triennio finale per i licei, 150 per gli istituti tecnici e 210 per gli istituti professionali.
Inoltre, anche quest’anno I PCTO, così come le prove Invalsi, non saranno requisito d’accesso per la maturità 2022, sulla strada tracciata negli anni scorsi. Tuttavia gli episodi drammatici di Lorenzo Parelli di 18 anni e Giuseppe Lenoci, 16 anni, entrambi deceduti, pongono l’attenzione sulla formazione professionale di competenza regionale e le loro regole sui tirocini, sugli stage e sulla sicurezza.