PNRR, a rischio il raggiungimento del 40% di risorse al Sud

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Nella risposta del ministero della Transizione ecologica a una mia precedente interrogazione viene implicitamente confermato il rischio che pezzi del Sud Italia rimangano esclusi da buona parte dei finanziamenti del Pnrr.

Nell’interrogazione sottolineavo, in particolare, che i progetti presentati dagli enti territoriali sprovvisti di un Soggetto gestore affidatario per il servizio idrico integrato sarebbero stati ignorati a causa dell’interpretazione restrittiva del ministero dell’Economia e del Mite, che appunto escludeva dall’assegnazione delle risorse i progetti senza affidamento. La replica del ministro lo certifica.

Occorre, al contrario, superare tutti gli ostacoli normativi e interpretativi che potrebbero allontanarci dall’assegnazione del 40% delle risorse del Pnrr al Sud Italia, prevista per legge, ma soprattutto potrebbe escludere molti territori e province che, di conseguenza, riceverebbero lo 0% di queste risorse.

È esplicita previsione della stessa Unione europea che i fondi in arrivo siano utilizzati anche per la riduzione delle diseguaglianze territoriali. La risposta del Mite all’interrogazione testimonia ancora una volta l’urgenza di cambiare passo in merito.


Testo Interrogazione:

Al ministero della Transizione Ecologica:

con circolare del 12 maggio 2021 la Direzione generale per la sicurezza del suolo e dell’acqua del Ministero della transizione ecologica ha richiesto alle regioni, in coordinamento e di concerto con gli enti di Governo d’ambito, di inviare, entro il 15 giugno 2021, un elenco di interventi per il settore fognario e depurativo al fine di individuare quelli eleggibili a finanziamento nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr);

nella medesima circolare viene evidenziato che, ai fini dell’allocazione delle risorse del Pnrr, è necessario che vi sia l’avvenuta costituzione degli Egato e l’avvenuto affidamento del Servizio idrico integrato (Sii) a soggetti industriali adeguatamente strutturati, efficienti e affidabili aventi adeguata capacità gestionale e in grado di conseguire le previsioni di spesa e di realizzazione degli interventi nei tempi e nei modi imposti dal Pnrr;

in particolare, viene specificato che, sebbene vi sia necessità di superare il divide water service tra regioni del Centro-nord e del Sud d’Italia, anche in ragione del ritardo nell’attuazione del Sii in alcune Regioni del Sud, il Pnrr prevede che il 70 per cento delle risorse siano assegnate ai singoli progetti per i quali l’affidamento del Sii interviene o sia intervenuto entro settembre 2021, mentre il restante 30 per cento ai singoli progetti per i quali l’affidamento interviene entro giugno 2022 (scadenza quest’ultima inderogabile e indifferibile). Quindi, nelle regioni in cui gli Egato non hanno ancora provveduto all’affidamento del servizio e pertanto non soddisfano i suddetti criteri, è necessario procedere alla piena attuazione del servizio entro e non oltre il 30 giugno 2022, in modo che sia possibile usufruire quanto meno del 30 per cento dei finanziamenti resi disponibili dal Pnrr;

le tempistiche e le modalità indicate nella circolare appaiono il risultato di una lettura eccessivamente restrittiva delle disposizioni del Pnrr, e, che rischia di escludere anche quelle gestioni del Sii pur rispondenti ai requisiti richiesti;

si osserva che il superamento del water service divide attraverso gli investimenti al Sud, espressamente raccomandato dalla Commissione europea all’Italia, costituisce l’obiettivo principale della Missione 2 del Pnrr, e, nelle more di una riforma complessiva finalizzata a rafforzare il processo di industrializzazione del settore, presupponga l’adozione misure inclusive che tengano conto del quadro del comparto idrico nel Mezzogiorno, caratterizzato da un’ampia quota di gestioni in economia, che, in alcuni casi, come l’azienda speciale Abc di Napoli, sono pienamente in grado di soddisfare gli standard di efficienza e capacità industriale richiesti, anche in assenza dell’affidamento d’ambito;

la tempistica indicata nella circolare, che si limita a riprodurre le scadenze fissate per ottenere la prima parte delle risorse Rrf entro il 2021 ed il restante 30 per cento entro il 30 giugno 2022, non appare all’interrogante pienamente rispondente agli obiettivi della citata Missione 2 e tantomeno adeguata rispetto al complesso processo di riforma e di adesione alla gestione unitaria del servizio idrico integrato per ambiti territoriali, con l’effetto di escludere dalle risorse del Pnrr destinate alle infrastrutture idriche proprio i comuni del Mezzogiorno (solo in Campania risultano esclusi la città di Napoli e i 31 comuni dell’area nord della Città Metropolitana, le province di Caserta, Avellino e Benevento) –:

se il Ministro interrogato intenda fare chiarezza in merito ai presupposti normativi da cui discende l’interpretazione fornita dalla circolare ministeriale citata in premessa e se non ritenga di adottare, all’esito di approfondita istruttoria, adeguate iniziative correttive che consentano di includere nei finanziamenti del Pnrr tutti i soggetti gestori in possesso dei requisiti di efficienza e capacità industriale richiesti anche con riferimento agli Ambiti territoriali ottimali (Ato) nei quali non è stata ancora definita la governance del servizio idrico integrato.
(5-06908).

Risposta

Con riferimento alla questione posta dall’interrogante, in merito alla circolare del 12 maggio 2021 con cui gli uffici competenti di questo Ministero hanno richiesto alle Regioni, in coordinamento e di concerto con gli Enti di Governo d’ambito, di inviare entro il 15 giugno un elenco di interventi per il settore fognario e depurativo al fine di individuare quelli eleggibili a finanziamento nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), si rappresenta quanto segue.

Innanzitutto, si precisa che tra gli investimenti previsti dal PNRR rientra, nell’ambito della Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” Componente 4 “Tutela del territorio e della risorsa idrica”, l’investimento 4.4“Investimenti in fognatura e depurazione”. La Decisione di Esecuzione del Consiglio Ecofin dell’UE puntualizza che gli investimenti finanziabili devono avere l’obiettivo di contribuire a ridurre il numero di agglomerati con reti fognarie e sistemi di depurazione inadeguati.

Alla linea di investimento 4.4 citata sono state assegnate risorse pari a 600 milioni di euro. Parallelamente, nell’ambito della Missione e Componente sopracitata, è altresì prevista la riforma del quadro giuridico per una migliore gestione e uso sostenibile dell’acqua, promuovendo per il settore idrico misure che riducano significativamente la frammentazione del settore, diminuendo il numero degli operatori e incoraggiando le economie di scala.

La circolare ministeriale sopramenzionata è conseguenza delle interlocuzioni avute sul PNRR nel corso delle numerose riunioni con il MEF e le altre strutture deputate alla definizione e programmazione delle risorse, al fine di avviare una prima ricognizione su possibili proposte di intervento da ammettere a finanziamento.

Inoltre, la stessa circolare illustra nel dettaglio i diversi criteri posti alla base dell’assegnazione delle risorse, tra cui la presenza di un Soggetto Gestore affidatario del servizio, adeguatamente strutturato efficiente ed affidabile, così come da direttive ricevute dai soggetti preposti.

Con riguardo alla Regione Campania, quest’ultima ha trasmesso l’elenco delle proposte di interventi inerenti al settore fognario depurativo per un totale di 152, da ammettere a finanziamento, rubricati in ordine di priorità decrescente così come richiesto dal Ministero. 2

Nello specifico le prime 28 proposte si riferiscono ad interventi urgenti e indispensabili per il risanamento ambientale del bacino idrografico del fiume Sarno, ricompresi nel Distretto Sarnese Vesuviano dove il Servizio Idrico Integrato (SII) è affidato al gestore assentito Gori S.p.A.

Ulteriori 17 interventi sono relativi all’efficientamento e alla rifunzionalizzazione dei sistemi depurativi comprensoriali di rilevanza regionale, finalizzata all’adeguamento al Decreto legislativo n.152 del 2006 in ottemperanza alla direttiva 91/271/CEE.

I restanti progetti individuati rappresentano le proposte dei gestori strutturati del SII, operanti nei distretti in cui è articolato l’AITO Unico Regionale. Tra questi sono inseriti gli interventi proposti da ABC di Napoli che si configura come un “Gestore di fatto”, ovvero come soggetto che continua ad erogare il servizio benché non risulti ancora affidatario ai sensi della normativa vigente.

In particolare, si tratta di 20 interventi, per la quasi totalità inerenti alla rete fognaria, con un fabbisogno esposto di circa 138 milioni di euro e con la seguente maturità progettuale: 12 interventi sono nella fase di studio di fattibilità tecnico economica, 5 nella fase definitiva e ulteriori 3 nella fase esecutiva.

Infine, il 3 febbraio scorso, a seguito dell’acquisizione del parere condiviso di ARERA, gli uffici competenti del Ministero hanno inoltrato lo schema di decreto ministeriale alla ragioneria Generale al fine di consentire la valutazione preliminare dello stesso con i requisiti richiesti dal PNRR, così come previsto dalla circolare n. 21 del 14 ottobre 2021 del Ministero delle Finanze.

Lo schema di decreto, che dovrà acquisire il parere della Conferenza Stato-Regioni, definisce i criteri di riparto delle risorse nonché quelli di ammissibilità.

Si precisa che si tratta di interventi cosiddetti “a regia,” per i quali, secondo la procedura concertativa negoziale, a valle della loro individuazione saranno sottoscritti specifici Accordi di programma fra le parti interessate, ovvero Ministero, Regioni ed Enti di Governo d’Ambito.