In pratica facciamo fare il lavoro sporco ad altri: le imprese delocalizzano in luoghi in cui molto spesso gli standard ambientali non vengono osservati, e noi tendiamo a non farci carico dei rifiuti, delle emissioni, dell’inquinamento e delle crisi climatiche che produciamo fuori dai nostri confini nazionali, come se ci fosse un confine per l’aria mentre la casa in cui viviamo è la stessa.
L’Europa delocalizza la produzione di CO2 nei paesi in via di sviluppo per soddisfare il bisogno di consumo di tutti i cittadini europei. Il ministro della Transizione ecologica Cingolani nei contesti europei e internazionali dovrebbe spingere per una riforma sulle etichette per misurare l’“Energia Grigia”, ovvero l’impatto della CO2 dell’intero ciclo di vita di un prodotto o di un servizio.
Questa sarebbe una proposta da ministro della Transizione ecologica e una leva globale per convincere i Paesi più inquinanti a tenere dentro tutti i numeri di una crisi climatica mondiale, evitando di buttare CO2 sotto al tappeto o sottoterra, come piacerebbe fare ad alcuni.