L’istruzione riparte, Ministro Carrozza, ma dove va? Quale sarà il tempo necessario per approdare in un porto sicuro? Quello che oggi vediamo tutti noi, gli studenti, i docenti, i dirigenti scolastici, è una barca alla deriva, con cibo razionato per tutto l’equipaggio, con tante falle rattoppate nello scafo, che resta a galla non per merito vostro, non per merito della politica, non certo per le bugie e la propaganda di Letta, ma solo per il grande spirito di responsabilità della comunità scolastica e dei professionisti della.
Non siamo al Governo, non ancora, e non abbiamo potuto ribaltare la struttura di questo decreto. Non possiamo ribaltare le vostre priorità, che sono gli F-35, la TAV, le missioni militari all’estero, le vostre amiche banche e i signori del gioco d’azzardo!
Per l’istruzione, per la società della conoscenza, per il diritto allo studio, per la ricerca, solo pochi spiccioli, buoni per confezionare spot elettorali, slogan da sbandierare in TV. Il MoVimento 5 Stelle è da settimane che ha riversato tutte le sue energie in questo decreto: centinaia di incontri con le categorie, con gli attori sociali della scuola, visite ed ispezioni, abbiamo presentato 250 emendamenti in Commissione, 140 emendamenti in Aula, frutto di un lungo lavoro di riflessione e di studio. Tutti gli emendamenti rilanciavano una visione: affrontavano la complessità del mondo della scuola e si prendevano la responsabilità di dirimere anche questioni annose nel mondo della scuola, responsabilità che lei non si è presa. La strada della demagogia sarebbe stata molto più semplice, e magari avrebbe pagato di più in termini di consenso, ma la strada era già occupata, perché l’avete scelta voi da subito con il vostro slogan: l’istruzione riparte!
Abbiamo toccato il picco più basso per il diritto allo studio nella storia degli ultimi anni della Repubblica con questo Governo. La volontà di un’intera Commissione cultura è stata calpestata dal Ministro dell’economia, dai ragionieri di Stato, perché in questo Stato, quello che non appartiene ai cittadini, è diventato tutto merce, tutto un’operazione contabile, anche il futuro, anche il sapere, anche la cultura. Abbiamo contrastato quest’opera con un investimento sulle residenze universitarie e gli alloggi appartenenti agli enti locali per gli studenti, un’altra emergenza nel nostro Paese, che finora non ha previsto adeguati posti letto per gli studenti fuori sede. Questa è a una vittoria del MoVimento 5 Stelle per tutti gli studenti, risorse che non ci sarebbero state per le residenze universitarie senza il MoVimento 5 Stelle in questo Parlamento.
Da più mesi, con tutti i mezzi a disposizione dei parlamentari, ci battiamo per l’eliminazione della spending review per i contributi universitari con proposte di legge e ora con un emendamento in questo decreto. Nulla, anche in questo caso. Un’altra occasione mancata e non abbiamo visto alcuna barricata del PD in Commissione, come pubblicamente afferma in ogni occasione.
Non è possibile far pagare agli studenti i mancati investimenti dello Stato nell’università e nella ricerca; i cittadini pagano per i rimborsi elettorali, pagano per il finanziamento per l’editoria, pagano per le scuole private, ma che servizi ricevono dallo Stato? Dove sono i loro diritti? Il diritto allo studio, il diritto al lavoro, il diritto alla qualità di vita, il diritto alla felicità sono evaporati in questo Paese.
Noi stiamo mandando al macero intere generazioni senza più futuro e non accetteranno ancora per molto l’elemosina di Stato che in questi anni i partiti stanno concedendo. Veramente credete che si accontenteranno dei vostri stage, tirocini o apprendistato? La vera emergenza scuola, università e ricerca è la qualità. Non possiamo essere un Paese che si accontenta sempre dello stato delle cose, di una scuola abbandonata.
Allora le rubriche del decreto sono belle parole: welfare dello studente, diritto allo studio. Apprezziamo lo sforzo ma la rimandiamo a settembre, ministro Carrozza, non è abbastanza quello che è stato fatto in questo decreto.
Sono belle parole, come abbiamo detto per sport, ma sono interventi inadeguati. Quando abbiamo finito i soldi in quelle rubriche cosa resta alla scuola? È stato per noi uno spreco di denaro pubblico quelle risorse se non sono interventi strutturali che intervengono realmente; quando si interviene sulla dispersione scolastica si interviene con una cifra dopo di che, terminata quella, il progetto finisce e non si è introdotto un tutor che segue gli studenti che abbandonano la scuola.
Il sottosegretario sa bene qual è l’importanza di un maestro di strada, di un maestro che accompagna gli studenti ma queste misure strutturali non ci sono nel decreto.
Potenziamento dell’offerta formativa: due ore di geografia. Chiedevamo di potenziare anche l’offerta formativa che è stata falciata dalla Gelmini: storia dell’arte, latino e italiano; no, era inammissibile per materia. Queste non sono materie dell’istruzione, sappiatelo.
Abbiamo fatto il possibile per dare un po’ di colore a questo decreto che è un decreto che ci rattrista, ci rattrista la condizione che vivono gli studenti in questo Paese in questo momento perché, insieme ai docenti, devono portarsi il peso dell’istruzione e della conoscenza in questo Paese. Abbiamo cercato di migliorarlo, abbiamo cercato di introdurre dei principi: se si combatte per la salute degli studenti poi non possiamo avere il distributore di merendine nella scuola che incentiva l’obesità dei nostri studenti e quindi l’abbiamo introdotto.
Sappiamo che abbiamo inserito tutti elementi all’interno del decreto che non hanno risorse di supporto, lo sappiamo; sappiamo che abbiamo inserito la lingua inglese per l’infanzia; sappiamo che abbiamo inserito la lingua 2 come potenziamento per gli stranieri; sappiamo che abbiamo inserito una prima rivoluzione di scuola digitale ma a costo zero. Lo sappiamo ma prima o poi le risorse a quei commi ce la metteremo.
Lei, sulla scuola digitale, Ministro Carrozza, ha sempre detto che non possiamo fare una fuga in avanti. Ho letto una delle sue ultime interviste in cui dice che la scuola digitale non può essere calata dall’alto. Ma, Ministro, le assicuro, io nella scuola ci sono: i docenti preparati ad affrontare questa sfida ci sono.
Noi, nel nostro emendamento, prevediamo un solo docente supervisore che, insieme ad altri, collabora a creare biblioteche virtuali con un apprendimento che si costruisce, un sapere che si costruisce, non si trasferisce più da un libro alla persona.
Abbiamo cercato di spostare l’attenzione dai quiz INVALSI ai bisogni educativi speciali e ci siamo riusciti.
La Commissione cultura è stato esautorata del suo lavoro su molti emendamenti dalla Commissione bilancio. La pistola fumante l’abbiamo vista in questo decreto-legge: ce l’aveva il Ministro dell’economia e delle finanze. Le buone intenzioni di tutto il MoVimento 5 Stelle e anche delle altre forze politiche: non bastano le buone intenzioni.
Lei, Ministro, è la faccia pulita di questo Governo: lo ammettiamo. Ma lei ha le mani legate e, forse, non è l’unica. Noi chiediamo ufficialmente che, con un atto di dignità, consegni la delega di Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca al Ministro dell’economia e delle finanze.
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