Per questo, in manovra alla Camera abbiamo messo 4 milioni di euro per proseguire l’attività di digitalizzazione del patrimonio culturale, proprio perché crediamo che l’infrastruttura digitale debba crearla lo stato, creando un’opportunità anche per le imprese.
La ricerca dice infatti che nel 2030 ci saranno i presupposti per avere delle multinazionali italiane che lavoreranno sulla digitalizzazione dei beni culturali e delle arti, ed è bene quindi che uno Stato si attrezzi per creare quell’infrastruttura che serve. Pensiamo che avere delle infrastrutture pubbliche garantisca l’esercizio del controllo da parte dei cittadini e una maggiore potenzialità ed efficacia per le imprese.
CULTURA 2030
La prossima tappa per presentare la ricerca Cultura 2030, sarà incentrata su scienza e tecnologia all’Università La Sapienza di Roma; un’altra sarà su cultura e giovani alla Federico II di Napoli. Questi e altri appuntamenti nel 2019 si terranno per stimolare non solo il dibattito nel paese ma anche le imprese culturali e gli enti pubblici, che così riusciranno a meglio orientare le loro attività per non essere impreparate agli scenari del futuro.