L’allarme lanciato da Svimez sull’autonomia differenziata? «Purtroppo è fondato». Il “sogno” della Lega «mette gravemente a rischio l’unità del Paese. Il Movimento non lo consentirà».
Dopo il dibattito aperto da Repubblica sui devastanti rischi per il Mezzogiorno della “secessione mascherata” – pericolo analizzato da Roberto Esposito e da Massimo Cacciari – Luigi Gallo, deputato 5 Stelle, presidente della commissione Cultura alla Camera, originario di Torre del Greco, conferma a Repubblica la contrarietà al progetto del regionalismo spinto su cui preme la Lega. Non sono poche nel Movimento le voci fortemente critiche. Ad esporsi, tra gli altri, sono anche i senatori Paola Nugnes e Gregorio De Falco.
Gallo, si chiude un anno triste: il crollo di Genova, lo spread a livelli preoccupanti, il Sud sempre più povero. Il bilancio del Movimento?
«Le misure messe in campo in questi anni non hanno funzionato. E la prima ricetta differente la propone questo governo con la sua prima manovra che dà risposte alla povertà, al Sud e a tutti i territori marginalizzati. Intanto interveniamo con aumento del tempo pieno nelle scuole con 1,3 miliardi in più nel 2019 per le scuole, un riequilibrio delle risorse finanziarie per le università di Centro e Sud e con l’istituzione della Scuola Superiore Meridionale guidata dalla Federico II. E poi ci sono norme dedicate alle start up e al venture capital capace di muovere circa 2 miliardi di investimenti in innovazione».
Ma sulla manovra avete fatto dietrofront con l’Europa. A casa portate il reddito di cittadinanza: che non si sa ancora in quali termini si concretizzerà.
«Il reddito non solo darà una risposta alla povertà, un dato di emergenza più volte sottolineato dai rapporti Svimez, ma sarà una misura per l’occupazione attraverso una riforma radicale dei centri per l’impiego. Aumentando la spesa corrente dei cittadini ci sarà un impulso notevole all’economia reale, alla domanda interna che si rimetterà in moto».
Sul Mezzogiorno però grava il disegno dell'”autonomia differenziata”. Ha letto l’allarme lanciato da Svimez?
«Si. E credo sia un allarme fondato. Questo Paese è in colpevole ritardo a causa dei governi che si sono susseguiti dal 2001 in poi. Nessuno ha lavorato alla definizione dei servizi essenziali. Per l’istruzione stiamo parlando degli asili nido, dei trasporti, del supporto ai diversamente abili, della mensa scolastica. Se si realizza l’autonomia differenziata, senza la definizione dei servizi essenziali e dei consequenziali fondi perequativi dello Stato centrale per garantire i servizi essenziali a tutte le regioni, è sicuramente a rischio l’unità nazionale».
Sia Cacciari, sia Esposito, hanno lanciato preoccupazioni forti sul fatto che i 5S possano avallare un disegno tanto devastante per l’Italia.
«Il M5S non lo farà. Ha costruito la sua identità sulla capacità di ridurre la scandalosa forbice di ricchezza che esiste tra cittadini, territori e regioni. E’ questa la vera chiave di un nuovo sviluppo».
C’è molto malessere, però. Il M5S si sta divaricando tra chi è fedele al principio di solidarietà nazionale e chi vede solo il contratto?
«No. Io invece leggo un grosso problema di identità nella Lega. Salvini vuole mostrare un nuovo soggetto nazionale, sovranista, ma ha ancora uno statuto che parla di secessione ed ha ancora leghisti come Zaia che spingono ad un ritorno al passato. Mi chiedo se parlamentari eletti al Sud della Lega ne siano consapevoli e se sostengono una misura così penalizzante per il Sud e per i cittadini che non hanno i servizi essenziali».
Ieri, ancora bagarre alla Camera. Parlamento ridotto a passacarte?
«No. La vera contrazione di dibattito è avvenuta al Senato ed è chiaro che il governo nel 2019 dovrà garantire più rispetto per le iniziative parlamentari. E’ il Pd che sta avendo un comportamento irresponsabile perché sembra tifare per l’esercizio provvisorio per l’Italia. Stupisce l’atteggiamento dei dem che hanno avuto responsabilità di governo».
di Conchita Sannino